di Alessia Guerrini, Francesco De Maria, Marco Quondam*.
“Il 23 maggio è un giorno molto particolare, perché ricordiamo la morte di Giovanni Falcone, una persona coraggiosa che con grande dignità ha lottato contro la mafia e ha pagato con la vita.
Con lui possiamo ricordare che la mafia è un fatto umano e come tutti i fatti umani, ha un inizio e avrà una fine!
La mafia fa numerose vittime, oggi infatti abbiamo avuto la testimonianza e l’onore di accogliere Gianfranco Sciascio, che ci ha raccontato la sua esperienza personale a Gela, proprio nel 1992, quando ha perso suo padre che si era sempre rifiutato di pagare il pizzo.
Lui ci ha fatto capire che la mafia è un’organizzazione criminale che esiste veramente ed è diffusa in tutto il mondo.
Collegando questa testimonianza all’opera di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, abbiamo capito che esistono tanti modi di dire NO alla MAFIA, impegnandoci ogni giorno contro le ingiustizie”. ( Alessia)
“Secondo me è stato una cosa molto bella festeggiare questa giornata del 23 maggio nonostante le difficoltà, e sono molto felice di aver partecipato perché mi ha fatto riflettere su cose a cui prima neanche pensavo.
Mi ha fatto riflettere come con la prepotenza si possono dominare le altre persone. Sono comportamenti corrotti che vanno contro la dignità della persona. Uno non è più libero di gestire un’attività e deve pagare per poter continuare. Questo è assurdo!!! Con le minacce si controllano gli uomini. Reputo questo inaccettabile e contro ogni principio umano
Sono felice quindi di aver partecipato a questo incontro perché mi dà la speranza che parlarne può far cambiare qualcosa”. (Francesco)
“La storia della famiglia di Gianfranco Sciascio mi ha toccato, come tutte le storie delle vittime di mafia. Oggi è l’anniversario della morte di Giovanni Falcone, magistrato che ha lottato contro la mafia. È un giorno che non dobbiamo dimenticare mai per portare avanti la lotta contro la mafia per poterla sconfiggere. Per fermare il traffico di droga, che causa tante morti, la prostituzione, il traffico di armi. Spero che vengano fermati, che finisca questa forma di prevaricazione, grazie anche a noi giovani che siamo coscienti di quanto è negativa la mafia”.(Marco)
“Io penso che nonostante alcune famiglie delle vittime e le vittime stesse della mafia, abbiano ottenuto giustizia, per loro sarà sempre una giustizia a metà e inoltre ci saranno sempre casi irrisolti perché la mafia tende a nasconderli”. (Gaia Carosati)
“L’incontro con Gianfranco Sciascio mi ha colpito ed è stato molto bello, perché ho capito la sofferenza di un ragazzino nel vedere la morte del padre a causa della mafia e come la vita di una famiglia possa cambiare totalmente”.(Riccardo Stefanini)
*Quando si partecipa a delle giornate celebrative, il rischio è quello di cadere nella retorica del ricordo ma, il 23 maggio, quando la Nostra scuola ha organizzato, per la Giornata della Legalità, un incontro online con i ragazzi del I D eno, II A eno e III B acc.tur, per conoscere meglio Falcone e Borsellino, la partecipazione e la testimonianza di Gianfranco Sciascio ha reso più concreta e vicina una realtà che ci appartiene. Ascoltando la vita di Sciascio, leggendo pagine di “Per questo mi chiamo Giovanni”, riprendendo le prime pagine del 1992, le frasi dei magistrati, le loro esperienze dirette, i ragazzi collegati dalle loro città, sparse in tutta Italia, hanno dato vita ad una giornata intensa nel segno della partecipazione. (E.V.A.)