Si è appena conclusa la visita al salone del gusto di Torino, da parte delle IV e V classi di ristorazione, ecco, a caldo le impressioni e le riflessioni di Valerio Scotto (IV B rist.)
‘All’interno dei capannoni della storica fabbrica italiana delle automobili Fiat, a due anni precisi di distanza, si è ripetuto il rito dell’incontro di culture nell’ambito dell’ottava edizione del Salone Internazionale del Gusto, nella industrialissima Torino. Appena entrati si ha subito idea del registro: un enorme stand di Slow Food con un laboratorio per i più piccini, i main sponsor: Consorzio del Grana Padano, Asti Spumante, la pasta di Gragnano, Garofalo, caffè Lavazza, ci danno il benvenuto in fiera. Proseguendo abbiamo potuto ammirare e conoscere una vastità di prodotti locali esposti in stand suddivisi per regioni che ci hanno dato modo di conoscere l’eccellenza italiana che non è il marchio ma la qualità; presenti anche i presidi Slow Food. Il Salone del Gusto è un evento che ci educa a conoscere i prodotti della nostra terra ed é anche un evento di scambio di culture; il nord si interseca col sud e viceversa così da arricchire ed espandere le nostre conoscenze ed applicarle ognuno nel proprio campo di produzione. Ma a che serve tutto questo? A proporre ed a risvegliare negli italiani (e non solo) il culto del cibo. Da parte nostra è stato riscontrato molto interesse soprattutto per i prodotti tipici delle varie regioni e di quei prodotti che possono aiutarci a creare dei piatti nuovi per la cucina del domani. Una piccola pecca: non tutti gli espositori hanno avuto interesse ad illustrarci le varie specialità e non hanno quindi ben compreso il nostro ruolo all’interno di quel contesto. Siamo gli operatori del futuro, siamo i ‘discepoli’ del gusto nel mondo, poiché anche grazie a noi molti prodotti potranno riuscire avere una notorietà internazionale. E’ stata, in conclusione, una giornata di lezione non convenzionale perché sicuramente siamo riusciti ad apprendere molte cose che i testi scolastici oggigiorno tralasciano ed è quindi nostro dovere procurarci la cultura sfruttando anche queste occasioni che la scuola ci offre.’