Con una partecipata ed entusiasmante conferenza del giornalista Pietro Del Re, inviato agli Esteri del quotidiano La Repubblica, si sono conclusi all’Istituto Alberghiero “G. De Carolis” di Spoleto i primi incontri teorici della XIV edizione del Corso propedeutico di giornalismo “Walter Tobagi” che sta portando tra i banchi delle scuole medie di secondo grado della città del Festival le tematiche inerenti il mondo dell’informazione, della comunicazione e del giornalismo. Dopo la conferenza introduttiva del presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria Roberto Conticelli, caporedattore de La Nazione, nelle scorse settimane si sono susseguiti incontri con altri giornalisti di diverse testate della carta stampa, radio e online: da Italo Carmignani, caporedattore de Il Messaggero Umbria, a Riccardo Regi professionista de il Corriere dell’Umbria, a Sara Cipriani direttore di Tuttoggi.info, a Francesco Carlini, giornalista e capo ufficio stampa della Diocesi di Spoleto-Norcia.
Il Corso “Wlater Tobagi” proseguirà nei prossimi mesi all’Istituto Alberghiero “De Carolis” con laboratori di scrittura giornalistica con la collaborazione di altri professionisti come Filippo Casciola (Ansa), e con un laboratorio di giornalismo radiotelevisivo grazie anche alla competenza del caporedattore della TGR della Rai di Perugia, Giancarlo Trapanese, e della giornalista della stessa testata Antonella Marietti con il supporto tecnico di Alessandro Pratelli.
L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Amici di Spoleto in collaborazione con il Comune di Spoleto per ricordare la figura del giornalista del Corriere della Sera Walter Tobagi, nato nella frazione di San Brizio di Spoleto e ucciso a Milano nel 1980 dalle Brigate Rosse (house organ).
Novità di quest’anno, nel corso dei prossimi mesi, verranno organizzate anche conferenze dedicate al tema della comunicazione e del giornalismo rivolte ad un pubblico vasto con il sostegno della Fondazione “Francesca, Valentina e Luigi Antonini”.
Il Corso propedeutico di giornalismo “Walter Tobagi, che vede la partecipazione di oltre 150 studenti delle scuole superiori della città per dieci classi, due dell’Istituto di istruzione superiore “Sansi Leonardi Volta” (Liceo Scientifico) e otto dell’Istituto Alberghiero “Giancarlo De Carolis” (di cui una all’interno del carcere), si avvale anche della collaborazione della Curia Arcivescovile della Diocesi di Spoleto-Norcia e grazie alla sede Rai di Perugia i ragazzi coinvolti saranno ospitati negli studi del Tg regionale. Inoltre, gli allievi della seconda annualità potranno svolgere un laboratorio radiofonico con lo staff dell’Informagiovani Web Radio attivata dal Comune di Spoleto.
Il Corso è coordinato da Antonella Manni con Antonella Proietti del Comune di Spoleto, insieme a Davide Fabrizi e Marco Rambaldi dell’ufficio stampa del Comune di Spoleto e Massimo Sbardella (Gruppo ed. L’Espresso). Per la fine del Corso i ragazzi produrranno lavori di tipo giornalistico che saranno presentati martedì 28 maggio 2019, ricorrenza della morte di Walter Tobagi. In occasione della cerimonia conclusiva, all’autore (o agli autori) dell’elaborato ritenuto più incisivo e originale tra quelli realizzati dai ragazzi del Corso “Tobagi” della prima annualità (giornalismo scritto), l’Associazione Amici di Spoleto attribuirà un riconoscimento in ricordo di Dante Ciliani, presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Umbria prematuramente scomparso. All’elaborato che sarà ritenuto dai coordinatori di particolare interesse, verrà invece attribuito un riconoscimento in ricordo di Walter Tobagi.
Quale tema conduttore degli elaborati, quest’anno, in accordo con il Comune di Spoleto è stata indicata la frase “Il buon senso c’era ma se ne stava nascosto per paura del senso comune” tratta da “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni e citata nel discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella del 26 luglio 2018: “La dimensione digitale costituisce per molti aspetti […] un grande contributo all’unità del Paese […] siamo tutti consapevoli, naturalmente, che vi sono usi distorti – talvolta allarmanti – del web […]. Sta a chi opera nelle istituzioni politiche – ma anche a chi opera nel giornalismo – non farsi contagiare da questo virus […]. Vi è il dovere di governare il linguaggio. Con il coraggio, se necessario, di contraddire opinioni diffuse. L’Italia non può diventare – e non diverrà – preda di quel che Manzoni descrive, con efficacia, nel trentaduesimo capitolo dei Promessi Sposi, a proposito degli untori e della peste: ‘Il buon senso c’era ma se ne stava nascosto per paura del senso comune’”.