25 aprile: le ricette della libertà

a cura del 5 E Enogastronomia

Il 22 aprile 2016, presso la libreria Mondadori all’interno dell’Umbrò a Perugia, alcuni alunni delle classi 5 Enogastronomia D e E e 5 Sala A, accompagnati dai professori Emanuele Ascani, Paola Bonacci, Elisabetta Gasparri, Antonietta Staderini e Paolo Diotallevi, hanno partecipato al secondo incontro nell’ambito del Progetto Cibo letterario in collaborazione con il professor Alberto Sorbini, docente presso l’Istituto di Etnologia e Antropologia culturale dell’Università di Perugia. Tema dell’incontro è stato I partigiani a tavola e, in questa occasione, è stato presentato il libro delle dottoresse Lorena Carrara ed Elisabetta Salvini dal titolo Partigiani a tavola. Storie di cibo resistente e ricette di libertà.  

Durante la conferenza, il professor Sorbini ha illustrato le condizioni di mal nutrimento e privazioni in cui vissero i partigiani, in particolare nell’area appenninica, durante la Resistenza al nazifascismo. La dottoressa Carrara ha sottolineato il sacrificio dei fratelli Cervi, che furono barbaramente trucidati dai tedeschi e che si impegnarono a fornire cibo a chi combatteva in nome della libertà. La dottoressa Salvini ha invece evidenziato il ruolo delle donne, spesso non riconosciuto, che si impegnarono sia partecipando direttamente alla lotta armata, sia fornendo apporti significativi con fornitura di cibo e spesso di pasti caldi, come di cure ai feriti. Tutti hanno infine smentito, con documenti e testimonianze dirette illustrate in un video, che i partigiani si fossero procurati cibo con furti ai danni della popolazione. Si mangiava polenta, a volte formaggio: si mangiava pochissimo, quasi niente, spesso un solo alimento per lunghi periodi, fino alla nausea. Sono stati citati esempi di alimentazione “resistente” in Beppe Fenoglio, Elio Vittorini, Italo Calvino ed altri autori. Alla fine della conferenza l’Umbrò ha offerto un buffet con degustazione di alcuni cibi dei partigiani, tra cui zuppa, formaggi, salumi, pizza al formaggio, crostini.

È stata un’ulteriore occasione di arricchimento delle nostre conoscenze culturali ed enogastronomiche, in un’atmosfera coinvolgente, interessante sia per l’argomento trattato, sia per la chiarezza e competenza dei relatori. Senza dubbio una bella esperienza!

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