di Paolo Ciri-
Ci sono dubbi e incertezze circa l’insegnamento della nuova materia “Educazione Civica”, introdotta dalla legge 92/2019. Per saperne di più il 5 novembre siamo andati a Roma, dove, presso la sala Santa Maria in Aquino, facente parte del Senato della Repubblica, abbiamo preso parte al convegno organizzato dalla Apidge (Associazione Professionale Insegnanti Discipline Giuridiche ed Economiche).
Abbiamo assistito ad un approfondita ed elevata discussione sul rapporto tra la Costituzione, l’etica comune attuale ed il nuovo insegnamento.
Qui una estrema sintesi degli interventi.
Proff. Renato Salsone e Davide Cristofori, Alma Diploma
L’ annuale indagine statistica sui neodiplomati dimostra che c’è richiesta di “Diritto ed Economia”. E rammarico da parte di chi non lo ha potuto studiare.
Prof. Ezio Sina, Presidente Apidge
“Educazione Civica” deve avere un’ impostazione scientifica e l’insegnamento trasversale ed erogato da Docenti non giuristi non la ha. Per cui gli intenti saranno vanificati dalle procedure attuative. Noi siamo per la alfabetizzazione giuridica, che deve avere solide basi, per costituire un corredo che accompagni la persona per tutta la vita scolastica e civile.
Prof. Enrico Cuccodoro, Università del Salento
Le libertà ed i diritti che abbiamo conquistato non vengono compresi, esercitati, rispettati, non hanno vita, se non si conoscono a fondo. Come si può, dunque, non studiare Diritto alle superiori ?
Legalità è consapevolezza, è convinzione, non è asettica e svogliata adesione a norme incomprese.
Prof. Marta Cerioni, Università Politecnica delle Marche
Nella nostra Università siamo costretti ad istituire dei pre-corsi di Diritto, perché gli studenti non hanno le basi. Si percepisce addirittura la mancanza di cultura civica di base. Ben venga dunque l’obbligo previsto dalla legge 92. Siamo preoccupati per la trasversalità che si prevede, perché destruttura questo insegnamento fondamentale e può rendere disorganico il progetto.
Dott. Giacomo Canale, ufficiale rogante della Corte Costituzionale
L’istruzione, sganciata dalla educazione morale, produce diseguaglianza. La scuola, diceva Piero Calamandrei, è un “organo costituzionale”, funzionale a tutti gli altri, presupposto per il funzionamento di tutti gli altri.
Senatore Giuseppe Moles, commissione cultura del Senato, Forza Italia
La trasversalità di questo insegnamento rende difficilmente applicabili i buoni intenti del legislatore. La eterogeneità dei temi è eccessiva: l’educazione ambientale, i prodotti tipici, la salute della persona, la protezione civile. Questa vastità svilisce e diluisce gli obiettivi iniziali. Invece, cosa dovrebbe essere l’Educazione Civica ? È interiorizzazione e quotidiana applicazione delle norme. È il senso dello Stato, della appartenenza orgogliosa ad una comunità.
Deputata Rosa Maria Di Giorgi. Partito Democratico
Abbiamo fatto qualcosa di monco. Abbiamo finalmente introdotto Educazione Civica ma non abbiamo dato risorse e persone. Cosa significherà poi questa trasversalità ? Che nessun insegnante si farà carico di questa materia! Ci stiamo accorgendo di vivere in una “Italia perduta”, senza senso civico, senza valori fondanti percepiti. Questa materia è quindi indispensabile, ma così come è stata prevista non servirà ai nostri giovani.
Senatore Manuel Vescovi, Lega
In Italia non abbiamo sanzioni certe e nemmeno immediate. Ciò genera, per le piccole cose come per le grandi, una sensazione di impunità che poi porta a trasgredire le norme con estrema leggerezza. Educazione civica contribuirà a rendere l’idea che sebbene la “punizione” tardi o non arrivi affatto, determinati comportamenti sono comunque sbagliati.