di Marilena Fiori.
Purificazione, ritorno all’essenziale, momento presente, tempo dilatato, silenzio, immobilità, resistenza fisica, curiosità morbosa, spingersi oltre i limiti del proprio corpo: tutto questo è Marina Abramović.
Palazzo Strozzi a Firenze dedica all’artista serba la prima mostra retrospettiva mai organizzata in Italia, in programma fino al 20 gennaio. Una mostra che non si visita, ma si vive con tutti i sensi, sia esterni che interni.
Nelle sale dello splendido palazzo rinascimentale, attraverso video, installazioni, foto, documenti e performance dal vivo, i ragazzi del 5° C Eno del nostro Istituto hanno potuto fare esperienza del contemporaneo. Dal passaggio attraverso la porta con stipiti umani (re-performance di Imponderabilia del 1977) alla sperimentazione diretta della potenza degli sguardi di The artist is present, dall’esplorazione dell’energia dei minerali di Transitory Objects for Human Use alla concentrazione totale di Counting the Rice, i ragazzi hanno vissuto un’esperienza davvero stimolante ed unica.
Apparentemente l’arte di Marina Abramović non è per tutti, eppure arriva a un enorme numero di persone “non addette ai lavori” proprio perché mira alla pancia, a scatenare reazioni emotive: Marina l’ha dichiarato chiaramente, l’obiettivo delle sue performance è quello di “dare un pugno nello stomaco”, di suscitare emozioni. Anche con i nostri ragazzi pienamente riuscita nell’intento!
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