di Maria Luisa Quarsiti.
E’ stato un vero e proprio tuffo nel passato quello che i ragazzi delle prime e seconde dell’Istituto hanno avuto l’opportunità di fare grazie al viaggio d’istruzione, organizzato quest’anno a Bevagna, per visitare le antiche botteghe ricostruite con sapienza e maestria da chi, ormai da trent’anni, dedica anima e corpo a quella che è oggi annoverato tra le più importanti manifestazioni storiche dell’Umbria e che fa parte della Associazione Regionale Manifestazioni Storiche.
E ora, appunto, un po’ di storia locale…Il Mercato delle Gaite trae ispirazione dall’antica divisione di Bevagna (PG), l’antica Mevania, in quattro quartieri denominati Gaite, dal longobardo Watha,ovvero guardia. Su di essa si basava l’organizzazione amministrativa della città in epoca medievale. Lo scopo della manifestazione è quello di ricostruire, con la maggiore attinenza storica e dovizia di particolari, la vita quotidiana degli abitanti di Bevagna nel periodo compreso tra il 1250 e 1350. A tal scopo, fin dal 1983, un gruppo di studiosi esamina accuratamente lo Statuto cinquecentesco del Comune di Bevagna da cui sono tratte le informazioni necessarie alla ricostruzione storica della vita politica, amministrativa, economica e sociale. Per dieci giorni, alla fine di giugno, Bevagna fa un tuffo in questo remoto passato: le antiche botteghe dei mestieri medievali riaprono i loro battenti e riprendono le attività e le strade si popolano di bevanati che in abiti d’epoca vivono la quotidianità dei loro avi mangiando, lavorando, giocando proprio come loro. Oggi come allora la città si divide in quattro gaite, ma oggi ognuna rivaleggia con le altre nel tentativo di dare un interpretazione storicamente fedele del ruolo che rivestiva nel medioevo. E dopo la teoria, la parte più bella della giornata perché i ragazzi, divisi in gruppi hanno visitato i quattro laboratori dove Maestri dell’arte ed esperti artigiani hanno svelato loro i segreti degli Antichi Mestieri Medievali: Cartari, Ceraioli, Dipintori e Tessitori hanno mostrano le fasi e gli strumenti di lavoro della loro produzione permettendo loro di assaporare, conoscere e sperimentare i segreti dell’ ars medievale: la Cartiera è il luogo di produzione della “carta bambagina”, realizzata con polpa derivata dagli stracci. La selezione, la macerazione e la riduzione a poltiglia dei tessuti, l’asciugatura, la collatura e la calandratura finale sono le fasi di lavoro che permettono di creare il foglio di carta. La Cereria è l’antico laboratorio dove si producono candele in pura cera d’api: la cera viene sciolta in caldaie di rame per essere poi colata su stoppini di canapa. Lentamente la candela prende forma e attraverso un’ abile torsione si ottiene il “duplero”, singolare manufatto caratterizzato da doppia fiamma e doppia durata. Nella bottega del Dipintore si sperimentano le fasi della tempera su tavola, tecnica di pittura in cui si utilizzano pigmenti in polvere legati insieme da una sostanza proteica di origine animale: il tuorlo d’uovo. Il Setificio permette di comprendere il ciclo di produzione della seta, dall’allevamento dei bachi sulle foglie di gelso alla trattura dei bozzoli, fino alla torcitura del filo tramite la grande macchina del “torcitoio”.
E non poteva mancare un pranzo con menù tipicamente medievale gustato in una taverna aperta appositamente per accogliere i nostri ragazzi