Alla scoperta delle tracce longobarde

di Gloria Savini.

Lunedì 30 maggio le classi 2C enogastronomia e 2 A servizi commerciali – web community hanno avuto la possibilità di fare un affascinante viaggio nella storia alla scoperta delle tracce lasciate dalla civiltà longobarda nella città di Spoleto.

L’obiettivo del tour, organizzato dagli operatori di Sistema Museo nella persona di Alessandra Ortolani, è stato quello di offrire agli studenti l’opportunità di una didattica più esperienziale: lo sguardo curioso e analitico di ciascuno di noi si posa sul paesaggio urbano, su un monumento, su un reperto archeologico, su un’opera d’arte, ed ecco che vengono svelati i segreti di una civiltà, gli usi e i costumi di un popolo che ci sembra tanto lontano nel tempo, ma che ha dominato in alcune aree della nostra penisola per circa due secoli, in una fase cruciale dell’alto medioevo, lasciando un’impronta indelebile soprattutto nell’importante e centrale Ducato longobardo di Spoleto.
Non a caso proprio in questo territorio si trovano due monumenti che appartengono al sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”: il Tempietto del Clitunno a Campello, e la Basilica di San Salvatore proprio a Spoleto.

In questa scoperta è stata fondamentale la presenza della guida turistica Alberino Cianci che ha condotto sapientemente gli studenti lungo questa esplorazione, facendo cogliere la particolarità di un fregio, la bellezza e l’unicità dei corredi tombali, tutti aspetti attraverso i quali emergono le caratteristiche di questo popolo, la sua organizzazione sociale, i cambiamenti culturali e religiosi avvenuti in particolare dopo la conversione al cattolicesimo.

Il tour ha avuto inizio presso il Museo Nazionale del Ducato di Spoleto, dove in un’apposita sezione sono conservati vari reperti archeologici provenienti dalla necropoli longobarda di Nocera Umbra, è proseguito al Duomo (del quale sono stati analizzati il campanile e l’esterno), e si è concluso alla Basilica di San Salvatore, un luogo ritenuto sacro dai Longobardi proprio perché fatto costruire vicino ad una cappella dedicata a San Michele Arcangelo, il santo guerriero particolarmente venerato da questo popolo.
La Basilica, al momento inagibile dopo il terremoto del 2016, rappresenta un pregevole esempio di reimpiego dei materiali antichi, tecnica molto utilizzata dai Longobardi.

L’infografica è stata realizzata dagli studenti Evan Combi, Marzia Piccioni e Maria Vittoria Santini della 2A servizi commerciali web  community. Il materiale fotografico è frutto della collaborazione e condivisione tra le due classi.

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