Alla scoperta dell’orto botanico dell’Università di Perugia

di Simona Del Bello-

Erbe aromatiche che passione!!!!! L’Istituto Alberghiero di Spoleto alla scoperta dell’orto botanico di Perugia, o meglio delle erbe aromatiche che si trovano all’interno dello storico orto botanico dell’Università di Perugia. Nell’ambito del PON, ossia del Programma Operativo Nazionale (PON) 2014-2020 “Per la Scuola, Competenze e ambienti per l’apprendimento”,  si inserisce il progetto “Il giardino delle Erbe aromatiche”, coordinato dalla professoressa Patrizia Lazzari, a cui stanno partecipando quasi trenta alunni della scuola alberghiera, che attualmente stanno frequentano la classe seconda.

Tale progetto ha previsto un’uscita a Perugia, allo storico orto botanico, dove gli studenti guidati dall’esperto, nonché docente universitario, prof. Marco Maovaz, accompagnati, ovviamente, dalla professoressa Lazzari, hanno vissuto un’esperienza davvero particolare ed entusiasmante, a contatto vero e diretto con la natura, ma soprattutto con piante  aromatiche e non, avendo, così, anche l’occasione di scoprire le abitudini alimentari degli abitanti della Perugia medievale.

Insieme all’orto medievale, l’orto botanico fa parte del Centro di Ateneo per i Musei Scientifici (C.A.M.S.) dell’Università degli Studi di Perugia.

L’Orto, fondato nel 1962, per offrire un adeguato supporto ai programmi didattici e scientifici svolti dall’Università di Perugia,  ha un’estensione di circa 26.000 m². All’interno è presente una serra di 700 m², che offre un’importante funzione educativa per gli studenti.

Nell’orto botanico e nell’orto medievale sono conservati circa 1200 taxa (insieme di organismi viventi distinguibili morfologicamente e geneticamente da altri e riconosciuti come unità sistematica) provenienti dalla flora umbra, e dalla flora di altre regioni italiane. Nelle collezioni sono inoltre conservate numerose entità esotiche di grande interesse. Quindi, oltre ad aver conosciuto molte varietà di erbe aromatiche utilizzabili e riproponibili nei piatti preparati dagli aspiranti chef, anche l’approccio a nuove tipologie arboree che fino ad ora non avevano mai visto. Inoltre, la guida ha permesso loro anche di assaggiare molti dei frutti che le piante producono.

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