Cinema: un mondo da scoprire

di  Natalia Miano.

Oggi, 14 Aprile 2021, noi studenti delle classi 3°, 4° e 5° servizi   commerciali abbiamo partecipato a due seminari, “Set e storytelling” e “Global English” tenuti da docenti dell’Università per Stranieri di Perugia.

Inizialmente ci è stata descritta la vita lavorativa di coloro che lavorano sul set: le loro funzioni, la loro importanza e cosa li differenzia dai propri colleghi. Siamo, perciò, passati dal compito fondamentale di un regista, all’importanza dell’addetto al montaggio finale. Gli alunni interessati alla materia hanno potuto chiarire i loro dubbi facendo domande al Professor Andrea Samonà che ci ha fornito piccoli dettagli importanti che solo chi lavora sul set può conoscere bene. Abbiamo anche discusso delle caratteristiche del cinema italiano, cosa lo differenzia e perché non raggiungiamo la “fama mondiale” che magari altri paesi ottengono con i propri film. Abbiamo analizzato le differenze tra le scuole cinematografiche italiane e straniere. Dal teatro alla televisione fino alle serie tv. Infine ci siamo soffermati sull’attività di doppiaggio italiana che è considerata la migliore che ci sia. Nel doppiatore italiano non è presente il tipico atteggiamento di attore teatrale ma la dinamica è più naturale, rendendo l’atmosfera più credibile e adeguata.

Un’altra domanda posta nel corso della conversazione è stata perché gli attori italiani tendono ad avere un successo nazionale e non vengono riconosciuti a livello mondiale come, ad esempio, quelli americani. La risposta del professore è stata  molto semplice: “noi italiani, purtroppo, non conosciamo bene l’inglese e questo non ci permette di partecipare a progetti di altre nazioni”.

Quindi è   intervenuto   il professore Renato Tomei narrando l’importanza della conoscenza di culture e lingue al di fuori della nostra. “L’interazione è fondamentale” ci ha spiegato “ l’uomo ha bisogno di un idioma di massa per poterlo fare”. Perché però l’inglese e non l’italiano? la risposta la troviamo nella storia delle colonizzazioni, perché come ben sappiamo, l’Inghilterra conquistò molti territori nel corso della storia. Anche una volta arrivata l’indipendenza di quei territori, l’inglese era divenuto ormai abitudine e mezzo di comunicazione. Ma l’inglese che viene parlato in tutti questi posti, non è quello bretone che si impara a scuola.  L’inglese scolastico ci fornisce le basi necessarie, ma non ci insegna i modi o termini per comunicare con popoli che parlano un inglese modernizzato e adattato all’ambiente. Infatti, diversi modi di dire o termini, li impariamo grazie a film, video, canzoni… perché tendono ad usare quello di tutti i giorni, e non il vecchio inglese britannico. La scuola non dovrebbe quindi limitare chi studia inglese, facendogli fare solo quello base, ma dovrebbe iniziare ad interessarsi, ad esempio, anche dello “slang”.

Da questa interessante formazione, abbiamo appreso il mondo della cinematografia, le tecniche di comunicazione, l’importanza di saper montare un video, le tecniche pubblicitarie e di marketing ma anche i cambiamenti a cui siamo chiamati per poterci adattare al mondo del lavoro in una visione globale. Iniziamo, quindi, ognuno a dare un contributo trovando piccole soluzioni ai problemi.

Prossimo appuntamento di formazione PCTO con UNISTRAPG sarà mercoledì 21 e speriamo che sia interessante quanto quello di oggi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *