di Federico Petrignani.
Tutto è nato con lo scopo di realizzare un giornale: “Il Giornale di Commercio”, di sole poche pagine, in cui fossero evidenti le condizioni economiche, le produzioni agricole, i mestieri e la cultura della nostra bella Spoleto, tra il Settecento e l’Ottocento. Ma il progetto iniziale della classe V B Accoglienza Turistica, non poteva tener conto di quello che di lì a poco avremmo scoperto: uno smisurato patrimonio documentaristico sul territorio spoletino. La ricchezza di fonti sia nella sezione dell’archivio storico della città che nella Biblioteca comunale ci ha permesso di ampliare e approfondire il nostro lavoro, arrivando alla pubblicazione di ben due edizioni: una ordinaria e uno “speciale”.
Personalmente questo progetto mi ha permesso di capire quanto sia importante lo studio della storia sul campo, non basandomi solo su concetti e nozioni preconfezionati sui libri di scuola, ma andando direttamente alla fonte, pura e priva di interpretazioni altrui.
Come studente ho avuto l’opportunità di conoscere e di scoprire che esiste un archivio storico in cui sono conservate le memorie del passato e ho toccato con mano pagine scritte, secoli prima, da personaggi illustri che hanno reso importante la nostra città.
Non è stato facile calarmi nel ruolo di “archivista”, in quanto ha richiesto un lavoro di trascrizione e di traduzione di manoscritti e libri risalenti a un periodo molto lontano dal mio con un lessico antico, che però, mi ha fatto imparare una “lingua antica” e mi ha fatto capire quanto la lingua italiana sia mutata nel tempo, abbracciando neologismi e abbandonando arcaismi.
Ogni documento da me analizzato mi ha aperto gli occhi, proiettandomi in un tempo passato e contemporaneamente consentendomi un confronto con la Spoleto di oggi. Ho conosciuto nuove unità di misura, come la libbra, nuove forme di liquidità come lo “scudo” e prodotti tipici del territorio che oggi sono riconosciuti a livello nazionale e internazionale: Il tartufo e lo zafferano.
Concludendo, posso affermare che fare storia così mi ha permesso di dar il giusto spazio a capitoli di storia che non ne hanno mai ricevuto.
Ho sudato, insieme ai miei compagni di classe, per portare a termine questo percorso, durato due anni, fra mille incertezze, ripensamenti, approfondimenti quasi fino all’ultimo giorno, ma sono fiero, e nel dirlo mi sento di rappresentare tutta la classe, di poter presentare oggi la nostra “creatura” che resterà a testimoniare l’impegno e il sacrificio speso per il piacere della conoscenza.
Di seguito, Il Giornale di Commercio numeri 1 e 2