Sono lezioni a tutto tondo su D’Annunzio quelle che Giovanni Martoglio sta tenendo, in questi giorni, agli studenti di alcune classi V del nostro Istituto. Da appassionato conoscitore e collezionista di opere e oggetti di D’Annunzio, nonché docente per 37 anni nel Nostro Istituto, Giovanni Martoglio riesce a coinvolgere i ragazzi in un percorso che getta luce sulle tante sfaccettature di D’Annunzio, non a caso uno dei motti dannunziani è SEMPER ADAMAS (sempre adamantino, forte come il diamante), coniato per la Prima Squadriglia navale.
Ogni incontro non ha nulla di scontato, si può partire dallo sport, dal cibo, dalle opere, dalla politica, dalle donne, dallo spirito francescano, dall’anagrafe (D’Annunzio/Rapagnetta!) per poi analizzare i tanti aspetti di una personalità complessa che ha dominato la letteratura italiana e straniera tra Ottocento e Novecento. Un intellettuale che si può amare od odiare ma che sicuramente non lascia indifferenti.
Tra aneddoti e storie, visionando oggetti ed edizioni di pregio, per due ore gli studenti hanno conosciuto meglio D’Annunzio ed hanno approfittato per chiedere notizie utili anche per la stesura delle tesine. Hanno appreso che il termine “tramezzino” è stato coniato da D’Annunzio, che al Vittoriale, la Sala della Cheli, sala da pranzo per gli ospiti, è dominata da una grande tartaruga in bronzo opera di Renato Brozzi, ricavata dal carapace di una vera tartaruga morta nei giardini del Vittoriale per indigestione di tuberose e la cui presenza valeva da monito contro l’ingordigia. Giovanni Martoglio ha parlato di Parrozzo e liquore Aurum, dell’Acqua Amerino, insomma di Gabriele D’Annunzio grande “influencer” del suo tempo.