Fabbrica Italiana Contadina: FICO!

a cura di Andrea Pablo Leoni.

L’Istituto Alberghiero “G. de Carolis”, ad appena quattro mesi dall’apertura, ha proposto agli studenti delle classi III Enogastronomia e Sala, la visita a FICO (Fabbrica Italiana Contadina) che ha aperto i battenti nel novembre del 2017 a Bologna. L’uscita di due giorni ha permesso agli studenti di visitare, il primo giorno Fico e, il secondo giorno Bologna.

La parola ad Andrea Pablo Leoni, per capire meglio quello che il sito ufficiale definisce come:

FICO Eataly World è una palestra di educazione sensoriale al cibo e alla biodiversità, dove le meraviglie dell’agroalimentare e dell’enogastronomia italiana sono presentate e narrate dalla nascita nella terra madre fino all’arrivo nel piatto e nel bicchiere. (https://www.eatalyworld.it/it/)

“Fico è un parco agroalimentare e come tutti i parchi ciò che colpisce a prima vista è la vastità. E’ grandissimo, tanto che dopo che siamo entrati, ci siamo divisi in gruppo per andare a visitarlo.

La prima impressione è che a Fico ci sia di tutto e di più: è come un supermercato di 9.000 mq dedicato alle eccellenze del Made in Italy, dove tra le botteghe, si può fare la spesa in bicicletta, ma è anche ristorante, anzi 45 ristoranti dove mangiare.

Io e i miei compagni siamo andati prima a mangiare dei pasticcini e, poi, abbiamo preso il panzerotto e la pizza. La pizzeria era napoletana e abbiamo mangiato benissimo.

La caratteristica dei punti ristoro è che qui si possono mangiare e degustare le principali ricette della cucina italiana con gli ingredienti freschi e genuini a Km 0.

Dopo aver mangiato, abbiamo “scoperto” un altro aspetto di FICO: il campo di mini golf, il campo di pallavolo sulla sabbia e di calcio a due, infatti vi è una vasta area benessere, con spazi dedicati all’attività fisica.

Altra attività, interessantissima per noi futuri cuochi, è stata la visita alle fattorie dove si possono vedere maiali, galline, pecore, asini, mucche, per passare poi ai padiglioni del consorzio Grana, ai laboratori dei pandori e panettoni, alle pasticcerie che avevano dei dolci bellissimi.

Non meno interessante è stata la scoperta, per chi come me non la conosceva, di Bologna e del suo centro storico.

Insomma un’uscita che professionalmente e culturalmente ci ha arricchito e, non ultimo, ci ha divertito.

Sicuramente va riproposta!”

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