di Roberto Mattia.
Una “microvicenda” che, unita a tante altre, contribuisce a completare il puzzle della storia. È proprio con testimonianze, racconti concreti, prove scritte e visive che si può arrivare a comprendere quello che è accaduto in passato e sentirlo più vicino. In occasione di manifestazioni come “La Giornata della Memoria”, poi, questo vale anche di più. Non si può dimenticare quello che è stato l’orrore della Shoah, dello sterminio degli Ebrei da parte dei Nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Anche gli studenti dell’ Alberghiero “De Carolis” (classi V Commerciale, V Sala A, V A Accoglienza Turistica, V Eno A, B, C ed E, III B Accoglienza Turistica) hanno partecipato al convegno organizzato dall’ISUC insieme al Comune di Spoleto proprio in occasione dell’annuale ricorrenza della “Giornata della Memoria”: la vicenda di Ada Michlstaedter Marchesini, prima internata a Fossoli (campo di concentramento e poi di transito nei pressi di Carpi, in provincia di Modena) e poi deportata ad Auschwitz è stata raccontata dalla nipote, che porta il suo stesso nome e che dalla nonna sente di «aver raccolto il testimone». Non è stato però un racconto astratto, ma molto emozionante, perché durante la mattinata sono state recitate dagli studenti stessi (oltre a quelli del Nostro Istituto presenti anche gli istituti IIS “Sansi-Leonardi-Volta” e l’IIS Tecnico-Professionale “Spagna-Campani”) alcune lettere scritte da Ada Marchesini proprio nel periodo della prigionia nel 1944 e poi raccolte nel libro “Con l’animo sospeso, lettere da Fossoli”. I ragazzi hanno così avuto modo di immedesimarsi, di capire lo stato d’animo di chi scriveva e il dramma vissuto. Un dramma assurdo, che oltre a Ada Michlstaedter Marchesini ha coinvolto milioni di altre persone, “colpevoli” di essere “diverse”. Esperienze come queste devono servire, come ha sottolineato il sindaco di Spoleto De Augustinis, «come monito che ciò può sempre avvenire: non si deve cadere negli stessi errori» anche se, a 75 anni dalla Shoah, ancora oggi assistiamo a manifestazioni di razzismo ed antisemitismo, come accaduto negli ultimi giorni a Mondovì e Vicenza. Per questo i giovani, ha spiegato il presidente dell’ISUC Mario Tosti sono chiamati a «impegno e vigilanza» e ad abbandonare «l’indifferenza» che ha permesso la Shoah. Perché solo con il ricordo e con la consapevolezza di quello che è stato possiamo rendere il mondo migliore.
Ho apprezzato molto l’articolo, che ha reso fedelmente il senso della mia testimonianza. Il mio grazie va ai ragazzi per la partecipazione e l’attenzione con cui mi hanno ascoltato e agli insegnanti che hanno lavorato con loro. Credo di essere riuscita a “passare il testimone”.
Ada Marchesini