Francesco, I rist. presso la CdR.
Tempo! Quando si ha fretta è sempre insufficiente, ma quando ci si annoia, ce n’è in abbondanza. Spesse volte vorremmo fermarlo, per godere appieno un presente favorevole; altre volte pretenderemmo di viaggiare a ritroso nel passato, nel vano tentativo di mutare la sorte cancellando gli errori commessi; altre volte ancora desidereremmo volare nel futuro alla ricerca di una vita migliore. Tempo! Quando si sta bene e si è felici, scorre in un attimo; quando si sta male sembra eterno.
Jovanotti in una sua vecchia canzone cantava :”tempo comunque vadano le cose lui passa!”. E i Queen, famoso gruppo rock inglese, in uno dei loro primi successi urlavano:” il tempo non aspetta nessuno.. time waits for nobody.” Sante parole. Chi è detenuto in carcere sa bene cosa significhi la parola “tempo”. Esso è un amico-nemico con cui misurarsi ogni giorno.
Quando è amico assume magicamente la forma di un compagno di cella che dialoga e conversa, di un libro che fa sognare ed evadere con la mente, di un foglio bianco ed una penna con cui scrivere pensieri e riflessioni, di una data sul documento di rilascio una volta saldato il debito con la giustizia. Ma è anche (di) un muro, una sbarra, un cancello, che separa l’uomo dagli altri uomini. In carcere di tempo ce n’è tanto, io mi considero un iperattivo..
Condivido quanto scrisse Charles Baudelaire nei suoi diari intimi:”c’è un solo modo per dimenticare il tempo, impiegarlo.” Ma il problema è proprio come impiegarlo. Ognuno vive il tempo in carcere come meglio crede.
( La classe ICdR ha partecipato al Corso di Giornalismo Walter Tobagi. Lo scritto di Francesco è un esempio dei contributi ricevuti e che, per motivi di spazio, non sono stati pubblicati per intero sul giornale, ma che sono intgeralmente consultabili sul sito https://alberghierospoleto.it/WP/?page_id=9716 )