Il significato di una vittoria

Classe V C Cucina

“Viaggiare indietro nel tempo” è possibile! Lo abbiamo scoperto grazie alla possibilità che abbiamo avuto partecipando al concorso, “Laboratorio in Archivio”. organizzato dall’Archivio di Stato di Perugia, dalla Soprintendenza archivistica per l’Umbria, dall’associazione “Civium – Lo Stato siamo noi”, insieme alla Provincia di Perugia, con un elaborato dal titolo: “Il lavoro in Umbria tra Ottocento e Novecento: luoghi, condizioni, lavoratori, mestieri e professioni” : “Uno spaccato di vita cittadina dall’Archivio diocesano di Spoleto”. Tale progetto ha riguardato lo studio della storia attraverso i documenti conservati nei vari archivi dell’Umbria (di Stato, privati e pubblici), indetto per le classi delle scuole medie inferiori e scuole medie superiori del territorio. Questa iniziativa ci è stata proposta dalla professoressa di letteratura italiana e storia Simona Del Bello e noi siamo stati ben felici di accoglierla perché ci sembrava un’ottima opportunità di studiare divertendoci… e così è stato. Scoprire che lo studio della storia non consiste solamente nella lezione tradizionale (seduti ai banchi di scuola) è stato interessantissimo e la visita ad un archivio, nel nostro caso l’Archivio Diocesano, ci ha svelato qualche dubbio: eravamo convinti che fosse un posto polveroso (“pieno di roba vecchia” come lo ha definito qualcuno) ma ci siamo ricreduti. Ci è piaciuta l’aria che si respirava tra gli scaffali e gli archivisti, con le loro spiegazioni esaustive e la passione con cui portano avanti il loro lavoro, ci hanno convinti che vale la pena conservare le documentazioni quanto più possibile perché il sapere, gli usi e costumi, le abitudini, i modi di vivere di un tempo siano trasmessi anche ai giorni nostri e più avanti ancora. Il nostro lavoro si basava sullo studio delle Arti e Corporazioni umbre, scoprendo che c’era una forte correlazione tra lavoro e religione perché i vari artigiani si riunivano in una chiesa il cui santo era il loro protettore. Esistevano i cappellani, i calzolai, i medici e ogni gruppo aveva una propria chiesa di riferimento. Tutto ciò non è scritto nei libri di scuola e ringraziamo veramente tanto l’Archivio di Stato per l’opportunità dataci e la professoressa Del Bello per avercela proposta facendoci scoprire un po’ di più di ciò che siamo stati! 

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