Il valore del cibo.

di Francesca Romana Antonelli.( VRistorazione B)

Lo scorso 27 settembre le classi quinte Ristorazione dell’Istituto Alberghiero di Spoleto hanno partecipato al Convegno dal tema Alimentazione: risorsa economica e fonte di salute, tenutosi nella splendida cornice di Palazzo Trinci a Foligno, in apertura della XIV edizione del festival nazionale “I primi d’Italia”, appetitosa maratona culinaria, come recita il programma stesso della kermesse gastronomica.

In particolare il convegno ha affrontato il tema dell’alimentazione intesa sia come risorsa economica che come fonte di salute. I relatori hanno sottolineato la necessità di una riconsiderazione dell’industria alimentare, puntando il dito contro il mancato rispetto dell’ambiente e sostenendo l’esigenza di un’alimentazione ecosostenibile. L’uomo, infatti, deve prendere coscienza del fatto che la scelta di alcuni prodotti alimentari, in particolare la carne, è responsabile della distruzione di interi ecosistemi dall’altra parte del mondo, come la deforestazione in Sud-America e nel Sud-Est asiatico.

In questo periodo di crisi, in cui proprio le spese alimentari segnano un netto calo rispetto al recente passato, quando dalla fame si è passati allo spreco, si rende necessario un riequilibrio tra mente, cibo, ecosistema, poiché spetta a noi tutti comprendere che mangiando bene e privilegiando scelte rispettose anche dell’ambiente, restituiremo dignità e salute all’intero pianeta.

A tal proposito, durante il convegno è stata individuata nella dieta mediterranea la più corretta scelta alimentare, in cui il consumo di pasta, pizza, verdure, olio extravergine d’oliva rappresenta la dieta più sana, che non solo abbassa il nostro impatto ambientale e contribuisce al miglioramento della qualità della vita di tutti gli esseri viventi, ma incide anche, direttamente, sul nostro stesso benessere, rendendo meno frequente l’insorgere di malattie cardiovascolari e di tumori, come fortemente ribadito dal professor Umberto Veronesi, presidente dell’Airc (Associazione italiana della ricerca sul cancro).

“Etica ed economia spesso non coincidono”, è stato sostenuto durante il convegno. Eppure diversificando, richiedendo nuovi alimenti o riproponendo cibi considerati “poveri”, ma che in realtà costituiscono una valida alternativa a prodotti di largo consumo, poco salutari perché ricchi di componenti nocive responsabilità di gravi malattie, prima fra tutte l’obesità, si potranno creare nuove opportunità di sviluppo per le stesse industrie agroalimentari.

Se si riesce dunque a stabilire un corretto equilibrio tra domanda e offerta, tra produttore e consumatore così da invertire definitivamente l’errata corrispondenza tra ricchezza e spreco, allora ci avvieremo verso un consumo del cibo più consapevole, verso la scelta di una dieta in cui prevalgano la moderazione, la giusta quantità e la reale qualità del cibo.

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