Abbiamo visto un film / documentario di altissimo livello, che fa veramente conoscere la poliedrica figura di Vincenzo Rippo, ma è interessante e piacevole al di là dell’interessa per il poeta, musicista e pittore spoletino. D’altra parte è stato ideato e realizzato da un regista professionista che abbiamo la fortuna di avere come concittadino, Stefano Alleva, ed il livello tecnico e artistico del lavoro è aindiscutibilmetne altissimo. Alleva, che da alcuni anni vive, appunto a Spoleto, ha lavorato con Biran De Palma, per la RAI e per Mediaset. (Wikipedia Stefano Alleva)
Il lavoro, ripetiamo, veramente gradevole, percorre la vita e la personalità di Rippo, ed anche quel periodo storico, attraverso la lettura di una parte di un epistolario che intrattenne con una ragazza di Genova, tale Francesca, rimasta ignota. Le parti in cui Ewa Spadlo legge parte di queste lettere inquadrano la modella Piedra Donati che, pensosa, passeggia per le vie di Spoleto, interpretando questa ragazza, destinataria delle (profonde) riflessioni di Rippo. Altre parti del film sono realizzate con il ricordo che i suoi compagni nel gruppo musicale “Gli Alogeni” ne fanno: Antonello Zeppadoro, Piero Papi, Silvano Monarca, Lucio Belli, Agostino Bolletta.
V’è poi l’intervista al Presidente Onorario delle Comunità Musulmane in Italia, Mohamed Nour Dachan, che parla della conversione all’Islam di Rippo e del suo viaggio in Siria. Ovviamente vi sono parti nella quali la sorella, Giuliana Rippo, ne traccia il ricordo. Poi interventi del Prof. Francesco d’Episcopo, della Università di Napoli, che è il più grande esperto dell’opera di Rippo, e brani delle sue poesie, lette da . Luca Santorelli.
Tutte queste parti sono intrecciate tra loro quasi a formare un mosaico, una idea esaustiva e chiara da tante tessere.
Poi la conclusione è affidata alle parole di Yasmine Salim, studentessa del nostro 4 servizi commericali, che, approcciata la figura del Rippo, scrive a lui una lettera che qui non si può riassumere, va letta e riletta nella sua bellezza.
Le riprese sono state curate da Adnrea Adriani ed Andra Musco, l’editing audio da Gianfranco Campana, il montaggio da Massimo Menghini, le foto del backstage dalla collega Alessandra Cetorelli. Queste foto sono oggetto di una mostra che rimarrà aperta al Caffè Letterario (Palazzo Mauri). Curatori organizzativi i colleghi Nino Martella e Settimio Fabiani.
La speranza è che una opera così piacevole, di alta cultura, di alto livello tecnico, possa trovare ora nuovi schermi, probabilmente nei circuiti del cinema d’essai, oppure in occasioni di manifestazioni legate alla poesia ed alla letteratura, o al periodo degli anni settanta.
Vincenzo Maria Rippo in alcuni filmati d’epoca, inseriti in “Lettere a Francesca”
Yasmine Salim, $A s.c., autrice della lettera che conclude il docufilm