di Paolo Ciri.
Capita, a volte.
Prima di entrare nella sala del convegno si ingerisce un robusto caffè. Un antidoto, in previsione di soporiferi relatori.
Poi, quando si comincia, l’interesse si risveglia, la sala silente ascolta attenta, il tempo passa inavvertito.
Siamo stati rapiti dalle storie di Santi e di Monasteri che l’Abate Don Giustino Farnedi ci ha trasmesso con favella pregna e fluente. Dai dati che la Dottoressa Nadia Togni ci ha elargito, aprendoci un mondo di sapere sulla importanza, la dislocazione, il ruolo dei monasteri benedettini in Umbria. Si tratta, rispettivamente, del direttore scientifico e della curatrice della ponderosa pubblicazione “Monasteri benedettini in Umbria”.
90 monasteri censiti, 76 nella provincia di Perugia e 14 in quella di Terni. 392 pagine, 824 testi esaminati e riportati nella bibliografia. Un lavoro immane che non ha però esaurito la fitta rete, composta di edifici sparsi in tutta la regione, a presidiarne ogni angolo, pur recondito.
L’introduzione della nostra Dirigente Scolastica, Fiorella Sagrestani, ha reso il senso del luogo: la presentazione di questa pietra miliare sull’argomento monasteri è avvenuta in un monastero, il nostro, San Paolo inter vineas, a sottolinearne la storia, nata precisamente nell’anno Mille, il riuso consapevole e conservativo, come scuola, coerentemente con uno spazio che fu di cultura ed ora, dopo vari usi, è tornato ad esserlo. Ma, soprattutto, ad invocarne il promesso completamento del restauro, doveroso. Vuoi per motivi logistici (metà dell’Istituto è allocato in altra sede) vuoi per motivi storici e di conservazione del patrimonio.
Il vicesindaco, Maria Elena Bececco, non ha saputo tacere un elogio al nostro Istituto, alla sua funzione sociale, culturale ed anche economica, per la nostra città.
Grazie ai relatori abbiamo appreso che il monachesimo nasce per l’esigenza di molti religiosi di vivere la fede in comunità, stile cenobita contrapposto a quello, altrettanto degno di rispetto, eremitico. Con l’arrivo leggendario dei siriani, che si stabiliscono, in particolare, in Sabina e nella zona della Valnerina e di Spoleto. Che San Benedetto nasce a Norcia, da famiglia agiata, tra il 480 ed i 490, e lui stesso è eremita prima di fondare la sua regola. Abbiamo saputo che il nostro edificio (il numero 61 del censimento del libro) ebbe, come prime ospiti, le suore benedettine, che vi rimasero fino al 1230.
Insomma, come ha detto Luigi Rambotti dell’archivio di Stato, “un fenomeno la cui dimensione ancora ci sfugge”.
Libro:
MONASTERI BENEDETTIN IN UMBRIA
Alle radici del paesaggio umbro
Direzione scientifica di Giustino Farnedi o.s.b.
Repertorio dei monasteri a cura di Nadia Togni
Regione Umbria – Centro Storico Benedettino Italiano
(Biblioteca del Monasticon Italiae, 1), pp. XCIV, 392, foto e mappe, 2 tavv. f.t.
indice, repertorio e info su:
www.archiviosanpietroperugia.it/monateri-benedettini-in-umbria
Organizzazione:
IPSEOASC De Carolis Spoleto
Comune di Spoleto
ANISA (associazione nazionale insegnanti di storia dell’arte)
Il maggio dei libri
Relatori:
Fiorella Sagrestani, Dirigente Scolastico Ipseoasc “G.de Carolis”
Abate don Giustino Farnedi, San Pietro di Perugia
Nadia Togni, Università di Ginevra
Luigi Rambotti, Direttore Archivio di Stato di Perugia
Mons. Giampiero Ceccarelli, Ufficio Dei Beni Culturali Ecclesiastici della Arcidiocesi di Spoleto Norcia
Liana Di Marco, presidente Accademia degli Ottusi
Lidia Antonini, vice-Presidente ANISA, capogruppo FAI Spoleto
Bruno Toscano, Prof. Emerito dell’Università Roma Tre