di Beatrice Emili.
Lunedì 15 aprile il nostro Istituto ha voluto ricordare i 100 anni dell’”Appello ai liberi e forti” di don Luigi Sturzo con un convegno rivolto soprattutto ai ragazzi del quinto anno, visto che la materia è Storia contemporanea, e che ha avuto relatori di primo piano: innanzitutto il dott. Gaspare Sturzo, pronipote del prete di Caltagirone, importante magistrato del DDA; Salvatore Aricò, attore e regista; il prof. Giovanni Dessì, docente di Storia del pensiero politico contemporaneo presso l’Università Tor Vergata di Roma; il prof. Luigi Giorgi, studioso di Storia contemporanea; la dott.ssa Maria Chiara Mattesini, ricercatrice in Storia dei partiti e dei movimenti politici, tutti collaboratori dell’Istituto Luigi Sturzo.
L’incontro non ha voluto essere un’occasione celebrativa fine a se stessa, ma un momento di condivisione di valori e di storia comune per essere maggiormente consapevoli della nostra identità di italiani ed europei. Scolasticamente, esso rientra nei percorsi di Cittadinanza e Costituzione richiesti dal Ministero per il nuovo esame di Stato, ma la portata dei temi trattati e discussi sono andati ben oltre tale utilitaristica finalità. Dopo il saluto della scuola agli ospiti recato dalla prof.ssa Selli, prende la parola il dott. Gaspare Sturzo che, con il regista Salvatore Aricò, introduce il film sul celebre prozio, girato nel 1981 per la regia di Giovanni Fago e interpretato magistralmente dall’attore Flavio Bucci, il quale ha anche inviato alla scuola un videomessaggio.
Il film racconta in maniera convincente la vita di questo eroe del cattolicesimo sociale e al tempo stesso fa filtrare il contesto storico di quegli anni inquieti e drammatici: la miseria contadina, la guerra, il biennio rosso, l’ascesa del fascismo, l’esilio… Dopo la visione, gli interventi dei relatori: il prof. Dessì interpreta don Sturzo come sociologo politico e ne individua l’attualità nel richiamo alla responsabilità; il prof. Giorgi legge l’”Appello” come un documento di ricostruzione nazionale basato sulla democrazia e sulla libertà (e non sulla prevaricazione e sulla forza come il coevo facismo); la dott.ssa Mattesini vede l’eredità delle idee di don Sturzo negli art.2 e 49 della Costituzione, rispettivamente, per l’attenzione alla persona e per il ruolo sociale dei partiti politici. Nel mezzo arriva anche il sindaco della città, dott. De Augustinis, che porta il suo saluto e, richiamandosi all’Appello, mette in evidenza come esso abbia rappresentato il risveglio delle coscienze cattoliche ed esorta i giovani all’impegno. Si dà quindi spazio alle domande e alle osservazioni dei ragazzi, i quali vengono sollecitati dal dott. Sturzo ad intervenire e offrire spunti di riflessione. Victoria De Nisco, V Sala A, chiede quale sia la differenza tra popolarismo e populismo; Riccardo Calà, V Accoglienza Turistica, pone la questione cosa significhi essere liberi e forti oggi; una Manal Onaiqi, V Commerciale, si interroga quali articoli della Costituzione contengano l’eredità ideale di don Sturzo. Insomma, il dibattito si fa vivo e interessante; parlando dell’Appello si parla in realtà del presente; emergono temi attuali come populismo, leaderismo, partiti liquidi, “male bestie” nemiche, ieri come oggi, della libertà e della legalità. Quindi, una bella pagina di Storia viva, molto apprezzata anche dai nostri ragazzi, che, per la maggior parte, andranno a votare alle prossime elezioni europee di maggio, si spera con una consapevolezza maggiore.
L’Appello verrà rappresentato alla prossima edizione del Festival dei Due Mondi e, a tale riguardo, il regista Aricò chiede la disponibilità di qualche ragazzo per partecipare allo spettacolo. Sicuramente ci rivedremo a teatro.