di Paolo Ciri.
Tutti sono capaci di mangiare un pezzo di formaggio.
Altra cosa è saper scegliere un formaggio di qualità e di una certa qualità, conoscerlo, abbinarlo, volendo, con marmellate o miele o confetture o frutta, abbinarlo con il giusto vino o con la giusta birra.
Nutrirsi o gustare.
Ai ragazzi del terzo A sala il Prof. Paolo Diotallevi ha proposto una lezione specifica.
Ma…quale è la regola base che può usare anche chi non è così al dentro nella materia ? “In generale possiamo dire – risponde il Prof. Diotallevi – che, al di là che sia caprino, vaccino o di pecora, più il formaggio è duro, più è stagionato e dal gusto deciso, meglio si abbinerà con marmellate e confetture dolci. Viceversa più il formaggio è delicato e morbido, meglio si abbinerà con marmellate e confetture dal gusto o retrogusto acidulo. Anche il miele, a seconda della sua “origine” può essere più o meno dolce e denso.”
Sulla base di questo concetto i ragazzi hanno analizzato i prodotti tramite una scheda dettagliatissima che prende in considerazione ogni singola caratteristica rileva all’esame visivo, olfattivo, gusto olfattivo.
Un esempio del punto di arrivo di questo lavoro e:
Pecorino di fossa con Nobile di Montepulciano (Abruzzo).
Pecorino di Norcia con rosso Bastardo.
Pecorino stagionato. Con birra Flea Federico secondo Golden Ale
Gli abbinamenti che i ragazzi hanno appreso sono però moltissimi: ad esempio con pera o uva bianca. E le tipologie dei formaggi usati sono state molto varie, dal gorgonzola al pecorino di Norcia , dal pecorino di fossa alla caciotta al parmigiano.