Speranza attraverso i copioni: atto II

di Ryanne Donato.

La luce della Speranza è accecante come quella dei riflettori, cui i nostri magnifici alunni del corso di teatro, del convitto San Paolo, sono sottoposti a ogni spettacolo.

Tra i tanti corsi ricominciati, quello di teatro è di sicuro uno di quelli più in voga, non solo perché è un modo per scappare dalla crudele realtà degli ultimi tempi ma anche perché aiuta a migliorare la pronuncia tramite le lezioni di dizione, perché insegna la mimica facciale e perché aiuta ad imparare a camuffare in modo sublime le reazioni, soprattutto però fa conoscere agli alunni autori classici che vengono costantemente studiati a scuola e contemporanei del mondo dello spettacolo e insegna a perseguire i propri obbiettivi e a rendere reali i sogni di bambino.

Da William Shakespeare a Stefano Benni tutti gli artisti vengono accuratamente studiati ma soprattutto vengono capiti tramite delle interpretazioni e reinterpretazioni, accuratamente studiate dal nostro insegnante: Flamini Giorgio.

L’arte teatrale scorre nelle vene di tutti noi, ci può essere qualcuno in cui l’afflusso di sangue teatrale si fa sentire di più chi invece lo sente meno ma il nostro corso serve proprio a far uscire questa vena teatrale da tutti noi.

Personalmente, sono davvero felice del fatto che sia ricominciato questo corso, ogni mercoledì sera può anche essere la giornata più pesante, il solo pensiero del corso mi riempie di energie.

Il fatto di poter togliere la maschera che indosso ogni giorno – divenuta per me ormai pesante – e di poterne indossare altre che so non appartenermi, mi rilassa perché riesco a provare emozioni nuove, particolari, diverse.

L’aspetto che preferisco di questo corso è il fatto che ognuno è libero di esprimersi come meglio crede e in più si riesce a scoprire davvero molto su una persona nel momento in cui recita. Capire come sia realmente fatta interiormente una persona è complicato, ma quando noi recitiamo, mettiamo a nudo noi stessi e se anche si prova un minimo a mantenere quella maschera sul volto essa scivola via come sabbia  tra le dita e si riesce così a vedere la verità celata dietro di essa.

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