Un anno di ricerca

“Quest’anno sarà speciale!” così ha esclamato la nostra insegnante di storia quando ha presentato a noi studenti del secondo A -Turistico e del secondo G- Ristorazione il piano di lavoro della tanto

“temuta” STORIA, la prof.ssa ha continuato “ …la nostra Nazione ricorda i 150 anni dell’Unità d’Italia e così anche noi realizzeremo un percorso di ricerca sul Risorgimento a Spoleto!”.

Noi ragazzi un po’ incuriositi e un po’ increduli abbiamo deciso  d’intraprendere questo viaggio nel passato e il primo passo ha avuto inizio il 28 ottobre con la visita alla Sezione dell’Archivio di Spoleto. Ad aspettarci c’era il dottore Paolo Bianchi che ci ha illustrato le funzioni di questa istituzione. Questo antico palazzo , nato nel 1400 come monastero, conserva manoscritti, mappe e foto unici per salvaguardarli nel tempo, la documentazione che è qui conservata ha un enorme valore storico ed è   motivo di studio di personaggi famosi ( Sansi, Sordini…), ma anche di semplici cittadini.  Tutti i reperti provengono dal Comune e sono divisi in : pubblici, che comprendono atti di nascita, di matrimonio , atti  giudiziari e il catasto  e privati, che sono donati da alcune delle  più importanti famiglie spoletine .

Per accostarci ai manoscritti l’insegnante ha creduto opportuno farci conoscere  Lo Statuto del Comune di Spoleto del 1300 ; la conoscenza di tale documento è stata per noi importante perché ci ha confermato le notizie apprese dal nostro testo scolastico sull’età comunale. Abbiamo toccato con le nostre mani i grandi fogli in pergamena scritti a mano in stile “ Minuscola Cancelleria”, una scrittura paragonabile al nostro stampato minuscolo. In questa raccolta di leggi ad ogni inizio di paragrafo la prima lettera  è abbellita con disegni e colori particolari ( rosso e oro) .

Una curiosità è stata notare che di lato al testo vi fossero piccoli  disegni che avevano lo scopo di soffermare l’attenzione del lettore  proprio come noi oggi facciamo sottolineando o scrivendo “Nota bene”.

Oltre ai documenti ufficiali scritti in latino, abbiamo potuto osservare anche un manoscritto di uno storico spoletino vissuto intorno al XIV- XV secolo, Parruccio Zampolini. Quest’ultimo ha raccontato in dialetto spoletino, la storia della sua città dal 1305 al 1400; leggendo alcune righe del libro ci siamo resi conto di quanto il latino fosse ancora presente nel dialetto e come in poche righe ci fosse la presenza ripetuta di tante vocali chiuse come la “ U” e la “O”, tipiche del dialetto umbro che abbiamo conosciuto meglio con  San Francesco d’Assisi.

Cosa dire alla fine di  questa esperienza? Pensiamo che sia importante conoscere la storia del nostro passato perché ci serve per capire meglio il presente e sicuramente studiare e ricercare direttamente sui documenti storici ci aiuterà a rendere più piacevole studiare la storia.


                                                                                  Beatrice Croce e Marco Fortunati

I commenti sono chiusi.