di Emanuela Valentini Albanelli.
La collaborazione tra l’Ipseoasc “G. de Carolis” e la Cooperativa “Il Cerchio” ha dato vita al progetto ” A scuola di integrazione”: tre pomeriggi in cui gli studenti e le studentesse incontrano 10 richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione sussidiaria o umanitaria, inseriti nel programma di accoglienza SAI del Comune di Spoleto e gestito dalla cooperativa Il Cerchio.
Il 29 marzo, il 1 aprile e l’8 aprile, dalle 15 alle 17,30, al Cantiere Oberdan o all’Aula Magna del San Paolo, dedicando ogni giornata ad una tematica, lavorando in gruppo, attraverso compiti di realtà, giochi di ruolo, testimonianze, focalizzazione sulla storia della migrazione, sui diritti e doveri imprescindibili, sul lavoro, gli studenti condividono idee ed esperienze con i ragazzi ( vi è solo una ragazza) provenienti da Afghanistan, Pakistan, Bangladesh, Iraq arrivati in Italia chi da 2 chi da 8 mesi.
Grazie all’entusiasmo e alla capacità di comunicare, anche il problema linguistico, in questi due incontri, non ha rappresentato uno scoglio, anzi, lavorando insiemi, i gruppi di ragazzi danno vita a vivaci e divertenti situazioni.
Quando lo scorso anno la coordinatrice del progetto SAI, Patrizia Costantini e la responsabile delle attività di Educazione Civica, Franca Gallo, hanno iniziato a pensare a questa forma di collaborazione per veicolare il rispetto delle regole, diritti e doveri di ogni essere umano, subito è stata colta la valenza educativa per tutti i partecipanti. Così, grazie alla mediazione di Agnese Talegalli e Sami Paolini, per il Cerchio, di Beatrice Emili, Matteo Papini, Maria Luisa Quarsiti, Emanuela Valentini dell’Ipseoasc, di Agnese Tomassini tante storie di vita vengono condivise, tante culture si confrontano e si fondono in nome del rispetto e della crescita collettiva.
Determinante, nel corso della prima giornata, l’esperinza di Shah Syed Mubashar Hussain, da 7 anni in Italia, oggi parrucchiere a Foligno, studente pakistano del corso serale dell’Ipseoasc, di Yusef Buonfigli e quella di Laarafji Khaoula, studentessa del V accoglienza turistica, da sempre in Italia che fanno ben sperare in un futuro possibile dove nessuno sarà straniero.