di Emanuela Valentini Albanelli.
Passato il turbinio delle celebrazioni dantesche del 2021, per i 700 anni dalla morte di Dante, nel 2022, non è passata la voglia di “far parlare” Dante.
Il 25 marzo, la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, istituita nel 2020 dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro della cultura Dario Franceschini, all’Ipseoasc “G.de Carolis” molti ragazzi e ragazze, abituali lettori e lettrici a voce alta, erano impegnati ad onorare “il padre della lingua Italiana” partecipando alla semifinale delle Olimpiadi di Italiano, così il ricordo dantesco è stato posticipato al 31 marzo, quando i versi danteschi hanno preso posto alla tavola di un’esercitazione speciale del III A eno e del IV B sala.
Così i versi danteschi, in questa occasione, non sono stati letti ma, nei giorni precedenti, sono stati reinterpretati, attraverso il metodo del caviardage , per dare vita a dei segnaposto/segnalibro.
In fondo, se la scelta del 25 marzo come giornata da dedicare a Dante è legata alla data che, secondo alcuni studiosi, rappresenta l’inizio del viaggio nell’aldilà della Divina Commedia, il 31 marzo è la fine: l’amor che move il sole e l’altre stelle.