di Beatrice Emili.
Mercoledì 26 febbraio la classe IV Accoglienza turistica sez.A, accompagnata dalle insegnanti Emili, Fiori, Berrettoni, ha effettuato un’uscita in città finalizzata al progetto “Spoleto in scena” nell’ambito della didattica museale. Tale progetto trova giustificazione, innanzitutto attraverso il collegamento con il PTOF d’Istituto ,in quanto mirato al potenziamento delle competenze nell’Arte e nella Storia dell’arte, al rafforzamento del legame tra l’Istituto Alberghiero e le istituzioni culturali più rilevanti del territorio, ad orientare i comportamenti verso la valorizzazione dei beni paesaggistici e storico-artistici. Inoltre il teatro è un importante argomento di studio nella letteratura del quarto anno, in cui si affrontano la Storia e la Letteratura del ‘700 e dell’800, appunto i secoli d’oro del teatro e delle opere teatrali europee.
La nostra visita è stata guidata da Pamela, una delle guide del Sistema museo, attraverso un percorso che si è snodato dal Teatro Romano al Caio Melisso, passando per vie ed angoli della città che hanno consentito diverse e piacevoli digressioni storiche. Si parte dall’ingresso del Museo Archeologico, in quanto il Teatro Romano è oggi inserito nel complesso che ospita il Museo Archeologico Statale e l’accesso si trova lungo via Sant’Agata, anche se la vista d’insieme si coglie fin dall’esterno, dall’affaccio da piazza della Libertà, attraverso le arcate poste sul lato ovest.
Veniamo così a conoscenza della lunga storia di questo antico tesoro nel cuore della città, venuto alla luce grazie agli scavi archeologici effettuati per la prima volta nel 1891 dall’archeologo spoletino Giuseppe Sordini e continuati poi a più riprese nel corso del ‘900. C’è anche un singolare legame con la nostra scuola, in quanto, alla fine del 1300 le suore benedettine insediate nell’Abbazia di San Paolo inter vineas, ereditando Palazzo Corvi, lo andarono ad abitare, usando il teatro come cortile e orto interno al monastero.
Il nostro cammino prosegue verso la sempre stupefacente piazza del Duomo e quindi veniamo accolti dalla custode all’interno del Teatro Caio Melisso, il più antico di Spoleto e uno dei più antichi teatri italiani a palchetti. All’inizio (fine 1500-1600) era in struttura lignea, sicuramente già attivo per spettacoli e rappresentazioni nella seconda metà del 1600, ha subito trasformazioni e lunghi periodi di incuria e abbandono. Tra il 1700 e il 1800 è stato arricchito di pregevoli decorazioni, sipari e scene. Oggi lo ammiriamo completamente restaurato e unico, pur nelle sue esigue dimensioni, grazie soprattutto al mecenatismo di Carla Fendi, che ha legato il suo nome al Festival e alla città.
Con le sue forme, i suoi pieni e i suoi vuoti, i colori e le materie di cui si compone, l’edificio è a sua volta storia – o meglio, storie – da raccontare: quando entriamo, attraversando la sua architettura, avvertiamo perciò tutta la densità del suo passato.
Entrambi i teatri oggi vivono una nuova vita, ospitando spettacoli, concerti, danze, soprattutto durante la rassegna del Festival dei Due Mondi, ma non solo. La visita si è rivelata di grande interesse per i ragazzi, ha fatto loro conoscere storie e spazi ed acquisire la consapevolezza che i luoghi sono fonte stessa da indagare. In particolare, abbiamo scoperto che il teatro è il luogo della città che dà alloggio all’arte, lo spazio che fa incontrare il pubblico e lo spettacolo e speriamo che l’interesse si traduca in comportamenti orientati verso la fruizione di questa forma d’arte.