Un pezzo di storia da non dimenticare: l’anfiteatro romano e il monastero della Stella.
Di Giulia Salvador ( I A Commerciale)
Tra le caratteristiche del corso Commerciale dell’Ipssart “ G. De Carolis” vi è la conoscenza dei beni culturali, delle opere d’arte di un territorio da valorizzare e apprezzare sia come risorsa culturale ma anche economica. Ecco allora che, l’8 maggio, noi ragazzi del I e III Commerciale abbiamo scoperto una parte di Spoleto abbandonata ma che racchiude un pezzo di storia importante: l’ex monastero della Stella e l’Anfiteatro romano. La volontaria di Legambiente, durante la guida, non si è limitata a illustrare ma ha narrato, ha reso vivi questi edifici attualmente lasciati marcire. Fino a 20 anni fa, il complesso era abitato dai militari del 52° battaglione dell’esercito, nel Medioevo, invece, il monastero, costruito nel 1254 per volontà dell’arcivescovo Accoramboni, era ancora più importante e simbolico per la città. Secondo la tradizione, il monastero della Stella deve il suo nome al fatto che “…una sera – come ha narrato la guida- gli abitanti di Spoleto videro delle luci che andavano a illuminare una zona della parte bassa della città. Una di queste luci, la più intensa, andò a colpire l’imboccatura di un pozzo. Gli spoletini accorsi, scorsero dei feti”. Il monastero che qui sorse, affidato alle agostiniane, doveva servire anche come ospedale e brefotrofio per evitare la morte di tanti bambini. Il simbolo della Stella si può notare in tanti particolari di edifici. Ancora oggi, coperto da un vetro, vi è il pozzo “della leggenda”. Ma nel complesso della Stella ci sono anche i ricordi di chi ha preso parte ed è caduto in guerra. Da qui, la consapevolezza che questa parte di Spoleto non deve essere dimenticata, ma dovrebbe essere conosciuta e restaurata, perché con l’anfiteatro romano, racchiude 2000 anni di storia e tradizione di Spoleto.