di Chiara Cesaretti*.
Spoleto nel Piatto e tutte le altre opportunità che offre l’Istituto Alberghiero di Spoleto, sono delle esperienze di vita, sia per la vita di tutti i giorni, le emozioni vissute e i problemi da affrontare, sia per l’esperienze lavorativa.
Chiunque voglia lavorare nel settore di Cucina, Sala e Vendita o Accoglienza Turistica, capisce che fare il cuoco non significa solo cucinare la pasta con il sugo ma anche l’amore che si prova per quello che si prepara, il tramandare la ricetta della nonna o il valorizzare e innovare il piatto tipico della propria città.
Fare Sala non significa fare la cameriera e il barista ma anche far sentire a suo agio il cliente, ideare cocktail, offtire un servizio di qualità, farlo sentire a casa e, quando si accontenta, si è felice.
Fare Accoglienza non significa fare la receptionist ma conoscere il territorio conoscere l’arte, accogliere il cliente e aiutarlo nel momento del bisogno.
L’esperienza di Spoleto nel Piatto è stata unica. Ho capito che i docenti non sono solo professori ma sono professionisti nel proprio mestiere e non solo, professionisti a guidarci verso la strada giusta.
Queste opportunità ti fanno conoscere molte persone sia famose, come lo chef Vissani, ma anche persone all’interno della scuola, per esempio, io ho conosciuto la mia migliore amica.
Spoleto nel piatto, inoltre, mi ha fatto conoscere un piatto fatto con qualcosa che siamo abituati a vederlo nel salato e non nel dolce ma comunque ottimo, sto parlando dello zafferano, più precisamente quello di Spoleto. Abbiamo lavorato vicino persone più grandi, anche per la loro professionalità.
Concludo dicendo che queste opportunità vanno vissute e godute sia all’istante sia per farne tesoro in futuro.
*Nel ringraziare Chiara Cesaretti del 2D eno per l’articolo “dal punto di vista dei protagonisti”, ricordiamo il terzo appuntamento con Spoleto nel piatto: sabato 19 novembre ore 12,30, Palazzo Mauri, con Legumi, Cereali&Farine e la proposta di Roberta Bizzaglia e della sua brigata di “Bottoni al farro ripieni di polenta e legumi del territorio, con crema di ceci e funghi porcini”