Bentornato a Spoleto Mattia, bentornato nel convitto di S. Paolo Inter Vineas e bentornato a scuola dopo la terribile esperienza del terremoto dell’Aquila. Lo avevamo visto nei giorni scorsi in tivù, ripreso nella tendopoli di Centro Globo dalle telecamere di una delle tante trasmissioni televisive dedicate all’inferno dell’ Aquila e per i compagni di classe e di convitto era stata una grande gioia vederlo sano e salvo. Sì, perchè per alcuni di loro, forte era stata la preoccupazione nelle ore successive al terremoto distruttivo delle 3 e 32, quando avevano provato a contattarlo al telefonino e non avevano ricevuto alcuna risposta, tanto che anche su Facebook erano rimbalzate le loro ansie.
Mattia Barone frequenta la classe seconda ristorazione e domenica 5 aprile era a casa sua, un appartamento in un palazzo di case popolari a circa due chilometri dal centro storico dell’ Aquila, dove tornava regolarmente ogni due settimane in treno per passare in famiglia (mamma, papà, una sorella più grande che frequenta l’università nelle Marche) il sabato sera e la domenica. Quella domenica del 5 aprile però non stava trascorrendo serena, perchè il terremoto, manifestatosi fin dal mese di ottobre, alle 11 di sera si era fatto sentire di nuovo con una scossa molto forte e allora Mattia aveva deciso di non andare a dormire, ma di restare vestito e possibilmente sveglio con l’aiuto di un film, per arrivare alla mattina successiva, con le vacanze di Pasqua finalmente iniziate e con la paura del terremoto meno forte grazie alla luce del giorno.
Ma nel cuore della notte, le 3 e 32 di lunedì 6 aprile, la scossa distruttiva: 45 secondi per una magnitudo di 5,8 Richter.
La casa di Mattia per fortuna non è crollata, la sua famiglia è riuscita a mettersi in salvo e quella stessa notte anche a riunirsi alla nonna e allo zio che abitano nel centro storico dell’Aquila. Si sono allontanati in automobile dal centro abitato e si sono rifugiati in un terreno di proprietà dello zio, dove in auto e in una baracca hanno trascorso i primi due giorni.
Ora la sua famiglia vive nella tendopoli di Centro Globo, insieme ad altri parenti che condividono una tenda per dieci persone e già questo è una fortuna- dice Mattia- perchè anche per le tende c’è una lista d’attesa e la sua famiglia ha potuto averla subito in considerazione dello stato di invalidità della nonna. Anche per i controlli di agibilità della sua casa c’è da aspettare, perchè si è iniziato dai quartieri più danneggiati.
La solidarietà- dice Mattia- è immensa. La tendopoli dispone di due mense, di un ospedale da campo e anche della chiesa, però non può non pensare allo scandalo dell’ospedale “nuovo” che non ha resistito al terremoto, a differenza dell’ospedale vecchio che è rimasto in piedi.
Mattia è tornato a Spoleto, le vacanze di Pasqua sono finite e le lezioni sono ricominciate. Tra due settimane non potrà tornare ad Aquila, la stazione è inagibile e arrivare a Spoleto ieri è stato molto, molto complicato.