di Paolo Ciri.
E’ come se, in un incontro dedicato allo sport, avessimo avuto la presenza di Valentino Rossi, Cristiano Ronaldo e Lewis Hamilton. I nomi di Giuseppe Governale, Fausto Cardella e Franco Roberti sono noti agli addetti ai lavori e non solo. E sono nomi che fanno tremare i polsi ai malviventi, soltanto pensando alle inchieste e alle operazioni che hanno condotto nella loro vita professionale e che fanno anche, ormai, parte della storia del nostro Paese. I nostri ragazzi e le nostre ragazze non hanno forse potuto percepire questa grandezza, ma hanno ascoltato con attenzione i loro interventi su cui hanno potuto riflettere, porgendo anche, in conclusione, domande profondamente concrete e impegnative. Tutto ciò grazie anche al lavoro di preparazione che, approfittando del periodo di fermo didattico, era stato condotto in moltissime classi.
Il titolo dell’incontro era:“Cultura della Legalità e contrasto dei fenomeni mafiosi”. L’organizzazione è stata curata dall’Istituto Alberghiero “Giancarlo De Carolis”, dal presidio spoletino di “Libera” e dall’ex alunno dello stesso Alberghiero Daniele Zugarini, che ora frequenta la facoltà di Giurisprudenza.
Sotto sintetizziamo gli interventi ed i curricula dei relatori, segnalando anche la presenza importante e graditissima del Sindaco di Spoleto, Umberto De Augustinis, per altro anche lui professionalmente impegnato nella lotta alla criminalità, essendo un magistrato e dei comandanti delle Forze dell’Ordine di Spoleto Aniello Falco (Carabinieri), Claudio Giugliano (Polizia di Stato) e Simone Vastano (Guardia di Finanza). Presenti anche il Colonnello Paoletti della D.I.A, il Generale Massimiliano Della Gala, Comandante della Legione Carabinieri Umbria, il Colonnello Giovanni Fabi, Comandante Provinciale Carabinieri Umbria. Infine presenti molte testate giornalistiche, gli articoli che ci hanno dedicato sono reperibili in questo sito al link “lasciar traccia” / “rassegna stampa”, il servizio della RAI sul TG regionale è invece linkato qui di seguito.
Qui il servizio di Rai 3 Umbria.
Elisabetta Proietti – associazione Libera
Libera nasce nel 1985, è una rete di associazioni, scuole, cooperative sociali, sindacati, università, singoli cittadini tutti impegnati contro la corruzione ed i fenomeni mafiosi ed a favore della tolleranza e della giustizia sociale. Presidente è Don Luigi Ciotti, vicepresidente Nando dalla Chiesa, figlio del generale trucidato dalla mafia e professore universitario.
E’ stata promotrice della proposta di legge popolare, presentata con oltre un milione di firme della legge 109/96, per il riuso dei beni sottratti alla mafia. E’ collegata a Libera Internazionale, fatta di 35 reti sparse in tutto il mondo. In Umbria si sta preparando ad una serie di incontri in varie città sui temi della corruzione, del mercato della droga, degli appalti pilotati.
Sottolineata anche l’importanza delle parole (e dei gesti): ormai l’offesa, anche gratuita, è molto diffusa, ma è immorale ed illegale. Più grave ancora quando sconfina nelle forme di apologia del fascismo e del del nazismo, che sono di per sè reato.
Franco Roberti – Assessore alla Giustizia della Regione Campania
Esiste una branca dell’ economia che si può chiamare “economia criminale”. Egli stesso è stato testimone, neonominato a Sant’Angelo dei Lombardi, che il cemento della mafia crolla col terremoto e fa centinaia di morti. Accadde con le case costruite, appunto, con appalti gestiti da mafiosi negli anni ‘70 e crollate col terremoto dell’Irpinia il 23 novembre del 1980. Le mafie usano la corruzione prima della violenza, in quanto, ovviamente, dispongono di capitali ingentissimi.
Perché nonostante tanti morti tra forze dell’ordine, magistrati, politici, sindacalisti, giornalisti non abbiamo ancora sconfitto la mafia ? Perchè non può esistere legalità senza giustizia sociale!
La mancata attuazione di alcuni principi costituzionali è il grande regalo che abbiamo fatto alle organizzazioni mafiose !
Le disuguaglianze sociali, la mancanza di lavoro, la mancanza di servizi. Queste sono le cause. E le mafie le sfruttano per fare affari coi ricchi e per reclutare i poveri.
La forza delle mafie sta fuori dalle mafie ! La doman
da di droga è esterna alla mafia. La richiesta di smaltimento rifiuti fatta alle ecomafie viene dalle aziende.
Le mafie si sconfiggono sul piano militare, arrestando, e sul piano e economico, sottraendo i loro capitali e impedendo gli affari. Ma di mafia si parla ancora troppo poco. Abbiamo una forte legislazione, pagata col sangue, ma non facciamo ancora abbastanza a livello culturale.
“Si potrà mai vincere questa battaglia? Io penso di si. Quando si capirà che questo non è un auspicio ma un obiettivo concreto.”
Fausto Cardella – Procuratore Generale di Perugia
Abbiamo già avuto questa esperienza: il terremoto porta i soldi per la ricostruzione, e questi portano la mafia. Come lo abbiamo combattuto, questo fenomeno, e come dobbiamo combatterlo ora in Umbria ? Con le informazioni: con la banca dati, già usata con successo in Abruzzo, accessibile a Procura Nazionale e Procura Distrettuale, alla Dia ed alla organizzazione interforze, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza. Tra l’altro la Procura Nazionale Antimafia fu voluta da Falcone. Falcone e Borsellino ebbero la geniale intuizione di non lavorare più sui singoli episodi, bensì sul sistema mafioso, con una indagine complessiva.
Negare la mafia è un modo per non combatterla, purtroppo accade ancora. Per combatterla bisogna conoscerla, studiarla. Giangiacomo Ciaccio Montaldo intuì la necessità di indagini bancarie e societarie.
In Umbria c’è senso di legalità e va difesa questa situazione, perchè i rischi ci sono.
La difesa va fatta con le forze dell’Ordine e la magistrature, certo, ma bisogna tenere alto il livello di guardia di tutte le componenti civili.
GIUSEPPE GOVERNALE – Generale di Divisone, direttore della D.I.A.
Le mafie non sono solo criminalità organizzata, altrimenti le avremmo battute da tempo.
Sono un fenomeno straordinariamente complesso. Sono vicine a tutto e distruggono il nostro futuro.
Oggi viviamo una buona epoca: una gran parte dello Stato ha compreso e si muove compatta.
Ma il problema non si risolve a colpi di operazioni di Polizia. L’individualismo è la malattia, la mancanza di rispetto per gli altri. L’ignoranza, la mancanza di cultura.
Se lo Stato non si dimostra credibile, se non dà risposte rapide e certe non è un interlocutore credibile. Le mafie, invece, rispondono subito e in maniera precisa. Così le mafie si sostituiscono allo stato, occupandosi del benessere e dei bisogni della popolazione. Della parte di popolazione che a loro interessa.
CHI SONO
ELISABETTA PROIETTI
Giornalista e Referente presidio “Libera” di Spoleto.
Giornalista professionista si occupa di temi sociali presso l’agenzia di informazione nazionale Redattore Sociale e ha collaborato o collabora con testate nazionali come Io Donna del Corriere della Sera e con istituzioni come l’Inail.
Laureata in lettere classiche a indirizzo archeologico, fa dell’attenzione alle fonti lo strumento privilegiato del suo lavoro. La stessa attenzione riversa nei progetti educativi per studenti: l’interesse per l’educazione l’ha portata a conseguire il Master in Pedagogia dell’Espressione all’Università di Roma Tre. Entrata nell’associazione Libera dal 2007, grazie al suo impegno è stato creato, il 1 aprile 2011, alla presenza di 600 ragazzi, di diverse associazionie di Don Lugi Ciotti, il presidio di Spoleto, di cui è referente.
FRANCO ROBERTI
Assessore alla Sicurezza, Politiche integrate di sicurezza e legalità nella Giunta della Regione Campania, già Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.
A partire dal 1975, ha ricoperto vari incarichi nella magistratura giudicante e inquirente, fino al 1982, quando ha assunto le funzioni di Sostituto procuratore della Repubblica di Napoli. In tale veste si è occupato principalmente di reati contro la pubblica amministrazione e di criminalità organizzata di tipo mafioso e terroristico.
Dal 1993 al 2001 è stato Sostituto Procuratore della Direzione Nazionale Antimafia.
Dal 2001 ha ricoperto l’incarico di Procuratore aggiunto a Napoli, dove ha diretto importanti operazioni anticamorra e antiterrorismo, in qualità di Coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia.
Dal 2009 al 2013 è stato Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Salerno ed ha coordinato la Direzione Distrettuale Antimafia.
Nel luglio 2013 il Consiglio Superiore della Magistratura lo ha nominato Procuratore Nazionale Antimafia, incarico che ha ricoperto fino al suo pensionamento, a novembre del 2017.
E’ stato il primo a ricoprire, dal 2015, anche la carica di procuratore Nazionale Antiterrorismo. Ha anche condiviso la sua ricca esperienza nei due ambiti dell’antimafia e della lotta al terrorismo attraverso la pubblicazione di quattro libri “Le indagini contro il narcotraffico e il riciclaggio dei proventi leciti”, “Le armi dell’antimafia”, “Manuale dell’antiterrorismo”, “Evoluzione normativa e nuovi strumenti investigativi” e “ll contrario della paura”. A suggello di una vita dedicata intensamente alla magistratura, nel 2017 il Presidente Mattarella lo ha insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
FAUSTO CARDELLA
Magistrato di origini siciliane, “umbro” d’adozione. Indossata la toga nel 1977 come sostituto procuratore a Marsala, è stato giudice del Tribunale di Spoleto e poi per lungo tempo sostituto procuratore a Perugia, Procuratore della Repubblica a Tortona e da lì Consigliere in Cassazione. Tornato in Umbria nel 2007 ha assunto l’incarico di Procuratore della Repubblica di Terni fino al 2012. Successivamente è stato posto a capo della Procura della Repubblica dell’Aquila,
dove ha indagato sulla ricostruzione post terremoto.
In seguito applicato alla Direzione distrettuale Antimafia di Caltanissetta. Qui, nel 1992, ha partecipato, con Ilda Bocassini, alle indagini sulle stragi di Capaci e di Via D’Amelio. Come si ricorderà nella prima persero la vita Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, insieme agli uomini
della scorta; nella seconda furono uccisi il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta.
Nel novembre 2015 gli è stato conferito il 20.mo “Premio Nazionale Paolo Borselino” per la legalità. In Umbria ha condotto importanti operazioni tra cui le indagini sul sequestro di Augusto De Megni e sull’omicidio di Carmine Pecorelli. Dal 2016 è Procuratore generale della Repubblica di Perugia.
GIUSEPPE GOVERNALE
Generale dell’ Arma del Carabinieri ed attualmente Direttore della Direzione Investigativa Antimafia. E’ arrivato alla DIA dopo aver trascorso più di due anni alla guida dei R.O.S.. Proprio in tale veste si è recato più volte in Calabria per assistere in prima di persona ad alcuni del più importanti blitz antimafia.
All’inizio della sua carriera, ha ricoperto numerosi incarichi di comando territoriale e di staff a Roma, Napoli, Livorno e Milano e poi destinato al Comando Generale dei Carabinieri.
Tra i suoi innumerevoli incarichi di prestigio ricordiamo nel 2001 il ruolo di Comandante Provinciale dei Carabinieri di Modena, quello prestato alla Scuola Ufficiali e al Comando Operativo Interforze dello Stato Maggiore della Difesa, il ruolo assunto dal 2007 al 2010 di comandante provinciale di Catania, e poi quello di Generale di Brigata dal 2013 al 2015, che lo ha portato al Comando della Legione Carabinieri Sicilia.
Dal 2015 ha inoltre assunto la funzione di comando di R.O.S. (Raggruppamento Operativo Speciale), struttura operativa di vertice dei Carabinieri, ottenendo importanti risultati nella lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo. Dal 2017 è Direttore della Direzione Investigativa Antimafia, con il grado di Generale di Divisione.