Didattica digitale e cultura del libro

di Paolo Ciri.

Sul piano della didattica digitale il nostro Istituto è ora molto attivo, con uno specifico corso di formazione per i docenti, con alcune sperimentazioni ed altre attività invece consolidate, con ben tre laboratori informatici, per altro in via di espansione.

Non potevamo dunque mancare ad una altra puntata del “I maggio dei libri”, che aveva fatto anche tappa nella nostra aula magna, per presentare “Monasteri benedettini in Umbria”. Questa volta ci si è riuniti (per la verità e purtroppo in pochi), nella sala affrescata dalla Biblioteca Civica, a Palazzo Mauri. Meravigliosa.

Il libro, presentato dall’autore stesso, Prof. Gino Roncaglia, insieme al Prof. Andrea  Capaccioni ed al giornalista Andrea Tomasini, era “L’età della frammentazione, cultura del libro e didattica digitale”. 

Noi eravamo presenti con Luca Micheli e Simone Russo del 5 A enogastronomia, con la Professoressa Emanuela Valentini Albanelli e col sottoscritto.

Il tema è quello della didattica digitale, imprescindibile, ma da usare a modo, e del suo rapporto con il libro stampato. Ho già comperato l’opera di Roncaglia, e la leggerò prestissimo, ma un sunto dei ragionamenti ci è stato offerto all’autore, con un discorso interessantissimo, lineare e molto chiaro.

Tento di dirvene.

La “cultura digitale” è frammentata (granulare, si è detto). E’ sviluppata orizzontalmente su tutto lo scibile ma poco approfondisce. Però questo non è un connotato necessario del digitale, di internet. Non v’è motivo che sia così. Probabilmente la comunicazione internettiana non ha raggiunto la complessità e l’articolazione dei libri solo perché non è ancora matura. Anche lo scritto, agli albori, era frammentato e semplice. Bisogna dunque contribuire a che anche l’immateriale digitale diventi complesso, approfondito, articolato, raffinato. Dunque è necessario che si formino coloro che dovranno compiere questo passo in avanti. E che lo facciano su uno strumento complesso. Il libro. Una soluzione potrebbe essere l’utilizzo del libro di testo come “spina dorsale” della annata scolastica, come riferimento fermo, e quindi la didattica digitale come approfondimento specifico.

Beh, c’è dell’altro, e Roncaglia lo ha detto riassunto senz’altro meglio e più piacevolmente di me, ma io propongo di imporre coattivamente la lettura del suo libro ad ogni docente !

 

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