Due mondi a confronto

di Emanuela Valentini Albanelli.

Il viaggio che 19 nostri studenti e studentesse hanno effettuato, il 18 novembre, è durato 15 minuti di autobus di linea, tanto è bastato per percorrere i soli cinque i chilometri che separano il San Paolo da Maiano, ma la realtà con cui sono entrati in contatto li ha portati molto più lontano, ovvero a riflettere, a sviluppare un maturo senso critico e una visione di vita attraverso il confronto con i detenuti della casa di reclusione di Maiano, una piccola città di 440 detenuti e 240 agenti.

Motore di questo viaggio è la Caritas diocesana Spoleto-Norcia che, con il progetto “L’Amore oltre….. le catene”, intende offrire agli studenti e ai detenuti una percezione reale e sostanziale della legalità rispetto al fenomeno della dipendenza da droga, contribuendo a favorire una corretta comprensione delle conseguenze da essa derivate.

In questa prima tappa del progetto, rivolto a tutte le scuole superiori del territorio, il gruppo “De Carolis” ha incontrato, nella Biblioteca interna alla casa di reclusione, le esperienze di vita di Mario, Michele, Giovanni, Filippo, Carlo, Giovanni che hanno condiviso i loro percorsi di vita, hanno fatto capire loro l’importanza del dialogo, in famiglia, a scuola, del saper ascoltare chi ha problemi, della pericolosità delle sostanze, anche quelle “leggere” perché tutte “trattate” chimicamente tanto da creare dipendenza.

Molte le domande sulla droga, sulle vicende che hanno portato i singoli alla detenzione ma anche tante domande sul ritmo della vita quotidiana in carcere, sulle attività, anche su tanti preconcetti, a cui è stato generosamente risposto, con le parole forti di chi ha alle spalle l’esperienza diretta.

Ugualmente significative le parole dei promotori della Caritas, Massimo Succhielli, Elisabetta Giovannetti, Paola Piermarini ( vice direttrice Caritas diocesana) che, portando i saluti del direttore don Edoardo Rossi, con questo progetto, hanno dato forma concreta alla parola “caritas” unendo valori come giustizia, solidarietà, senso critico, scelte personali responsabili.

Fin dal primo cancello, ad accoglierci, a seguire il percorso verso la biblioteca sono stati gli agenti della Polizia Penitenziaria. Floriano Ceppi, il sovrintendente, Mirko Gori, assistente capo coordinatore della Polizia Penitenziaria hanno assistito ma anche dato risposte sul lavoro in carcere.

Non ultimo, questa giornata così intensa, ha permesso di incontrare una figura professionale importantissima in una casa di reclusione, ovvero quella degli educatori, in questo caso la dottoressa Sonja Tortora, senza la presenza degli educatori non sarebbe possibile avere un carcere riabilitativo. Nella Casa di reclusione di Maiano, anche a detta di Mario, Michele, Giovanni, Filippo, Carlo, Giovanni, le opportunità di cambiamento, la possibilità di lavorare, di fare percorsi scolastici ( l’Ipseoasc ha 5 classi) anche universitari, di fare corsi per la genitorialità, vengono date.

Tante le impressioni a caldo, tanti i commenti, tanta la voglia di tornare per un’altra lezione di vita e….

……...e veramente la cosa più importante è che è stato molto utile per dare più valore alla propria vita personale!

 

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