da Berlino, Alessandra Poce
Non è facile scrivere di un’esperienza come l’Erasmus Plus in questi giorni in cui i nostri occhi e i nostri cuori sono proiettati a pochi passi da casa nostra, a Norcia, Amatrice, Accumoli e in tutte quelle zone in cui la Terra ha tremato portando dolore e distruzione.
Non è facile dicevo, ma ci voglio provare. Specialmente dopo aver letto i due post precedenti sulla suddetta esperienza, così pieni di entusiasmo, dopo aver rivisto alcune foto scattate mentre, con il gruppo di studenti, ho vissuto in qualità di tutor in uno dei paesi coinvolti in questo progetto: la Germania.
Mentirei se dicessi che tutto è filato liscio fin da subito. La lingua, quella sì che è stata una bella sfida. Sprichst Du Deutsch? Suuuuper!
E poi, ancora diverse abitudini e costumi delle famiglie ospitanti, lavori che forse non vi aspettavate di dover svolgere e orari da rispettare che vi sembravano improponibili… (E qui parte un fermo immagine: una tutor davanti a un piatto fumante di carne alle 5 del pomeriggio, dal titolo “Das Abendessen – La Cena”).
Ma non è forse vero che già dopo un paio di settimane quella r che suonava come una a era meno minacciosa, e quella s travestita da z, al principio un po’ fastidiosa, non sembrava più il ronzio di una zanzara pronta a pungervi?
E dai, alzi la mano chi non ha provato una certa soddisfazione nel riuscire a comunicare, (fare battute persino!) anche con chi dapprima sembrava anni luce lontano da sé!
Allora mi sento di dirvi ragazzi (sì, proprio a voi che state ancora lassù, nella ruggente Berlino): fate tesoro di questa opportunità, vivetela a fondo, nelle sue difficoltà, ma anche nelle sue soddisfazioni. Se vi soffermate a pensarci un momento ne avrete di momenti positivi da ricordare. Perché avete rischiato. Vi siete buttati. Non sarà stato facile. Ma, che diamine, avrete vissuto!