I primi d’Italia: tornare alle radici della terra.

di Paola Morini (V A Ristorazione)

Venerdì 27 Settembre, le classi V Ristorazione dell’Ipssart “G. De Carolis” sono partite per Foligno per assistere alla video conferenza dedicata ai prodotti agricoli e al lavoro giovanile nell’agricoltura, ma anche per girare nelle vie colme di stand dedicati ai Primi d’Italia. Palazzo Trinci, a Piazza della Repubblica, ci ha accolti con tante tipologie di pasta dai mille colori e dalle mille forme, ospitandoci al suo interno e offrendoci gli interventi di:

Giovanni Cenci, testimonial e proprietario dell’Azienda agricola “Cenci”;

Sergio Marini, presidente nazionale Coldiretti;

Pierdomenico Clarici, testimonial e proprietario azienda agricola “Clarici”;

Francesco Pennacchia, presidente facoltà agraria, Università degli studi di Perugia;

Nella 15esima edizione dei Primi d’Italia, si è voluto trattare un argomento che, a mio modesto parere, è uno dei problemi più sentiti oggigiorno: La disoccupazione giovanile e il ritorno dei giovani alle radici delle tradizioni, alla cultura agricola e ai valori della terra. Un tema attuale che vale la pena indagare, perché annuncia una tendenza di cui sentiremo parlare nei prossimi anni e testimonia, ancora una volta, la forte sensibilità della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno nei confronti delle problematiche attuali, promuovendo incontri e sensibilizzando i giovani. Giovanni Cenci, ha voluto coinvolgere noi studenti raccontandoci il suo amore incondizionato per le sue viti, che cura da solo e con attenzione. “Le cose vanno fatte con passione e non bisogna farsi ingannare dall’entusiasmo iniziale, perché poi bisogna lavorare a testa bassa, faticando”. Così Cenci, ci ha voluto spiegare quanto la terra necessiti di cure continue. Il sig. Sergio Marini  ha voluto continuare il discorso consigliandoci di mettere cuore in ciò che facciamo, senza farci demoralizzare dai primi ostacoli perché dagli errori ci si può alzare ed imparare. In sostanza, le parole principali della video conferenza sono state: PASSIONE e AGRICOLTURA. Due termini che al giorno d’oggi, si sentono poco e che invece, forse, farebbero bene al nostro Paese e soprattutto a noi giovani.

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