I volti dell’Esercito.

di Benedetta Taddei e Beatrice Di Benedetto

In occasione del centenario dall’inizio della prima guerra mondiale, il 6 novembre 2014, si è tenuta una tavola rotonda nella caserma Garibaldi del battaglione granatieri di Sardegna, a Spoleto, al quale hanno preso parte i ragazzi del 5° anno degli Istituti Superiori. Il tenente colonnello Gianfranco Foglia, ha illustrato le vicende che hanno caratterizzato la storia dell’esercito italiano che  si è contraddistinto per l’audacia ed il coraggio dimostrato nelle operazioni belliche. L’organizzazione militare italiana nacque il 4 maggio 1861 con l’unità d’Italia costituendosi sull’armata dei Savoia. Durante questo incontro ci si è soffermati, soprattutto sulle vicissitudini della prima guerra mondiale come la sconfitta a Caporetto e la conquista di Gorizia. E’ stato anche ricordato come alcuni storici preferiscono parlare, per l’Italia di “Quarta guerra d’indipendenza”, piuttosto che di I guerra mondiale. Anche se i confini naturali non erano favorevoli all’Italia, che stava indietreggiando rispetto all’Austria , i nostri soldati riuscirono a far crescere tra loro un importante sentimento di solidarietà , fratellanza e patriottismo, tra le trincee nasce il sentirsi italiani. A causa della perdita di importanti posizioni, in Italia vennero chiamati alle armi i famosi “Ragazzi del 99” allora diciottenni, grazie alla loro grinta, le sorti della guerra cambiarono.

Al giorno d’oggi l’esercito italiano si impegna con dedizione e umanità allo scopo di portare la pace nei paesi teatro di guerra, aiutando materialmente e psicologicamente la popolazione locale. Da diversi anni è consentito l’arruolamento anche alle donne, le quali per farsi valere devono impegnarsi talvolta più degli uomini, infatti molte di loro non sono preparati al loro arrivo nelle caserme. Anche se l’attuale situazione in Italia non è grave come quella di un secolo fà, noi ragazzi e ragazze del ’99  (1999!!)dobbiamo impegnarci per risollevare le sorti del nostro paese e dimostrare a noi stessi di essere all’altezza dei nostri avi.

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