“Ma nun ce sta gnente, professore’, che c’ha portato a fa’ a Trevi?. Ricordo ancora questo lamento quando, un anno fa, io e alcuni colleghi accompagnammo le nostre classi a vedere il museo della Civiltà dell’Ulivo, a Trevi appunto. Un paesaggio con 250.000 ulivi, chiese antiche, palazzi nobiliari e vista mozzafiato forse non sono abbastanza per giovani di diciassette anni. Vederli oggi impegnati nei vari servizi di accoglienza, informazione, sala, cucina, nei palazzi storici aperti al pubblico, fa pensare che vivendo questi luoghi, conoscendoli in modo più profondo, probabilmente li apprezzeranno.
Il Comune di Trevi propone, questi giorni, per la seconda volta, Festivol: Trevi tra olio, arte, musica e papille. Nell’ambito di questa iniziativa, è possibile visitare tre palazzi privati di particolare pregio: Palazzo Petroni, Palazzo Zenobi, e Palazzo Argenti Ceccucci, già Palazzo Francesconi.
Cominciamo il nostro giro da Palazzo Petroni, dove ci accolgono due eleganti ragazze, studentesse del nostro istituto. Nessun visitatore può immaginare quale incanto si nasconde dietro i portoni chiusi di queste dimore. Da notare, varcato l’ingresso, un cortile con scala rampante del primo ‘400. L’interno è una felice combinazione di ambienti e mobili antichi e moderni, con spazi vivi e vivibili come ci fa pensare lo sguardo sereno e soddisfatto dei proprietari. Vista incredibile sulla vallata. La visita è “condita” da assaggio di sedano, bruschette, prodotti ovviamente trevani, preparati e serviti dai nostri studenti su graziosi piatti biodegradabili. All’arte, all’olio e alle papille, Festivol, come promesso, aggiunge la musica: Christian Panetto al sax e Franco Finucci alla chitarra.
Proseguiamo con Palazzo Argenti Ceccucci già Francesconi, ubicato anch’esso nel centro storico, risalente al 1600. L’accoglienza è sempre a cura dei nostri studenti. Il palazzo è stato restaurato dai cortesi proprietari, che ci illustrano volte e soffitti decorati alla fine dell’800. Le finestre affacciano sulla immensa vallata che sembra incredibilmente “pura”; sono quasi invisibili i capannoni e le fabbriche. Pregevole l’antico mulino ad olio, ai piani inferiori che nascondono anche un bellissimo acquaio in pietra e un grazioso catino da bucato a mano. Dietro una elegante tavola ornata di melograni, l’esperta Luana guida i nostri studenti nella preparazione e nel servizio della zuppa di Fagiolina del Trasimeno con bruschetta e olio, trevano naturalmente. Musica: Marco di Battista al piano.
“Last but not least”, Palazzo Zenobi ( XVII sec.), conserva al suo interno le antiche mura romane e un ampio giardino terrazzato con piante delle più diverse specie, compresi palmizi risalenti al periodo della guerra d’Africa, come ci spiega il proprietario, il quale, dopo averci guidato nei sontuosi saloni, ci saluta, gentile, giustamente orgoglioso dei suoi spazi, ma lievemente preoccupato. Come non capirlo: dal vicolo si sentono grida di turisti che, letteralmente correndo, tentano l’assalto in massa (contenuto dai nostri ) al palazzo, attrezzati con bavaglino e posate. Qui i nostri studenti preparano e servono: pappa al pomodoro San Marzano condita con olio di oliva, formaggio pecorino, vino trebbiano spoletino. Musica: Giovanni Sannipoli al flauto, Laura Vinciguerra all’arpa. Il portone si chiude alle 19.
I palazzi privati torneranno ad essere pubblici per un’altra giornata, domani. Bel tempo, dicono.
Per un approccio serio ai palazzi: DURASTANTE NATALUCCI, Historia Universale Dello Stato Temporale Ed Ecclesiastico Di Trevi, 1745, a cura di Carlo Zenobi, Edizioni dell’Arquata, 1985.
Prof.ssa Dina Salari