In trasferta ad Orvieto

di Emanuela Valentini Albanelli.

Il 28 settembre inizia una prestigiosa collaborazione tra l’Ipseosc “G.de Carolis” di Spoleto e il comitato che sta preparando il V centenario dalla morte di due grandi pittori: il Perugino e Luca Signorelli.

L’anno clou sarà il 2023, però il protocollo d’intesa tra i Comuni di Città della Pieve, Cortona, Orvieto, Todi, le relative Diocesi e il Gal Trasimeno-Orvietano per i festeggiamenti è stato firmato il 6 settembre e gli eventi per promuovere l’arte, la cultura enogastronomica dell’orvietano, iniziano fin da ora.

Orvieto, soprattutto grazie alla lungimiranza ed alla sensibilità di una grande famiglia di enologi, la famiglia Cotarella, coniugherà la conoscenza dell’arte con quella di tutto il territorio con il progetto: Orvieto Città del Gusto e dell’Arte.

In questo dialogo ad alto livello tra arte ed enogastronomia, l’Ipseoasc “G.de Carolis” di Spoleto ha avuto il privilegio di essere stato chiamato a collaborare anche in quanto rappresentante dell’Umbria nel Direttivo nazionale della Re.N.A.I.A (Rete Nazionale Istituti Alberghieri).

Il primo appuntamento, il 28 settembre, per la cena di gala presso la Famiglia Cotarella, il massimo nell’enologia nel mondo, vedrà coinvolti 12 ragazzi e ragazze di Sala, 6 di Cucina, 8 di Accoglienza Turistica, coordinati dai docenti e dalle docenti Roberta Testaguzza, Giovanni Liccati, Paolo Diotallevi, Stefania Chiocci e Simon Luca Antimiani.

Il 3 ottobre, invece, si avvicenderanno altri studenti del IV e V anno, impegnati in una passeggiata enologica.

In meno di un mese, gli studenti e le studentesse dell’Istituto di Spoleto, grazie al prestigio dell’Istituto stesso, hanno avuto modo di confrontarsi con esperienze professionali significative, oltre i laboratori della scuola, hanno avuto modo di mettersi alla prova con il  mondo esterno e il pubblico dell’inaugurazione della mostra d’arte contemporanea di Shozo Shimamoto a Foligno, sempre a Foligno con gli chef e i visitatori dei Primi d’Italia, infine ora, saranno i colori del Signorelli e della Rupe a far loro da “palestra”.

 

 

 

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