di Oriana Temperoni.
Il 16 settembre scorso ho avuto la possibilità di partecipare da attenta spettatrice all’Opera lirica di Madama Butterfly, tenutasi al Teatro G. Menotti di Spoleto, nell’allestimento del Teatro Lirico Sperimentale. Ho avuto la fortuna che mi venisse suggerito dagli insegnanti della scuola e già questo mi ha stimolata moltissimo ad andare, poiché le prime tre date erano dedicate ad un’anteprima ideata per gli studenti.
Siamo andati in due, io e un’ottima compagnia. Arrivare davanti ad uno splendore di un Teatro del genere, riconoscere di trovarmi in un mondo che è a tutti gli effetti anche il mio, mi ha lasciata senza parole.
Avevo immaginato di arrivare, come molte e molte volte mi è successo, di fronte ad un’imponenza artistica e culturale talmente elevata da farmi sentire in soggezione e fuori luogo; il fatto invece di trovarmici insieme a tantissimi coetanei e coetanee, in un momento dedicato a noi come esseri degni di quella magnificenza, mi ha fatto percepire che davvero il mondo della cultura ci appartiene e ci interessa, e che iniziative come queste servono proprio a permetterci di avvicinarci ad una parte di esistenza che a volte sembra sia quasi negataci.
L’aria che si respirava dal nostro palchetto era serena e, allo stesso tempo, seria e concentrata.
Lo spettacolo si è diviso in tre atti, raccontando la tragica storia della giovane Butterfly tra canto lirico, musica emozionante, costumi e sceneggiature che lasciavano immergersi nel momento, e interventi dalla platea di attori “undercover”.
Tre ore di coinvolgimento appassionato in una vicenda quanto più nostra; una bambina, si può dire, travolta da un qualcosa di molto più grande di lei nel nome dell’”amore”, che poi amore non era, ma questo lo scoprirà troppo tardi.
Ricorda un po’ quel turbinio che spesso e volentieri avvolge e stravolge noi giovanissimi, convinti di avere tutte le competenze per decidere su e per noi stessi, ma che poi ci lasciamo trasportare da emozioni e stati d’animo, facendoci magari del male.
Certo, se la Butterfly di Puccini avesse usato di più la ragione e si fosse lasciata consigliare da chi più grande di lei, la sua sorte sarebbe stata probabilmente opposta. Ma non avrebbe fatto arrivare a noi la sua storia forte come può; sicuramente ce n’è bisogno!