di Paolo Ciri.
Paolo Barbatelli “Chief Innovation Officer” della Rold di Nerviano (MI) ha accettato il nostro invito per tenere un “incontro con l’esperto” con le cinque classi della sezione Servizi Commerciali per il Turismo. L’idea di sfruttare l’esperienza e le conoscenze di questo manager spoletino è nata alla notizia dell’inserimento della azienda che dirige nella lista delle mille imprese mondiali “faro della innovazione”, stilata dal World Economic Forum, grazie a migliaia di ispezioni svolte dalla Mc Kinsey. Unica italiana ad essere entrata in questa lista, che evidenzia quali siano le aziende che meglio applicano e sfruttano il concetto di innovazione.
Ha esordito parlando prima in inglese e poi in spagnolo, sapendo che i nostri studiano queste lingue, ma soprattutto per dare subito un segnale, scioccante ed indimenticabile, delle indispensabilità della conoscenza dell’inglese di almeno un’altra lingua.
Ha tenuto una conferenza di alto livello, lasciando nei nostri studenti molti “semi”, molti temi di riflessione cui non sono stati certo indifferenti.
Ci piacerebbe dare qui un resoconto completo, a beneficio di chi non partecipava, ma tante sono state le suggestioni che, al massimo, possiamo fornire soltanto qualche sintesi.
Intanto la indicazione di seguire le proprie passioni, i propri interessi. Però nel segno del “total commitment”, dell’impegno totale, serio, continuativo. Barbatelli ha fatto alcuni esempi di divi dello sport, della musica, dello spettacolo, di Instagram/Facebook, spiegando che, dietro al fenomeno, dietro al talento, c’è una dedizione totale, un progetto rigoroso, un team di esperti collaboratori.
Ha poi illustrato il concetto di “commodities”. Quei beni e servizi forniti al cliente senza che egli ne percepisca il valore, in quanto ritenuti dovuti, il minimo indispensabile. Eppure costano fatica e/o soldi e non possono essere tralasciati, perché allora sì che farebbero, in negativo, la differenza. Ma non è quello il fattore che distingue, il valore percepito !
Barbatelli ha poi chiarito la diversità tra i termini “creatività” e “innovazione” ed il loro rapporto. La creatività è utile, deve esserci, ma va imbrigliata, governata. Perché il valore finale, nella logica imprenditoriale, è attribuito da chi compra i beni o i servizi, per cui se il cliente non dà valore, allora non c’è valore. La innovazione, invece, sfrutta sì la creatività, ma in una logica di bisogno ed all’interno di un progetto.
Un altro importante punto è stato il passaggio in atto tra rapporto B2B e B2B2C. Il primo identifica il “business to business”, i rapporti tra fornitore di parti del bene o servizio e assemblatore finale. Nella seconda modalità si tiene invece conto del “C”, il cliente finale, in tutte le fasi produttive, fin dallo studio dei semilavorati.
Sono stati trasmessi anche tanti episodi di vita professionale, per dare l’idea di cosa significhi dirigere una azienda che vende in tutto il mondo i componenti elettronici che produce, e da tutto il mondo acquista materie prime. Relazionarsi con culture diverse, da quella statunitense a quella cinese o indiana, gestire la complessità di centinaia di dipendenti.
Vogliamo ringraziare Paolo Barbatelli per questo intervento (gratuito): per molti degli astanti può essere stato un vero balzo in avanti in termini di mentalità.