Philosophy 4teen: pensare insieme

di Matteo Papini*.

Entro in II C per una sostituzione. Lei cosa insegna Prof.? – Filosofia. – Ah, bello. Però mi sa che ha sbagliato scuola, qui da noi questa materia non c’è!

– Secondo voi cos’è la filosofia?

Parte Mattia che ama la storia e l’anno scorso si è fatto spiegare da un istitutore del convitto cos’è la filosofia e spiega: Tutte le materie sono come i rami dell’albero ma la filosofia è il centro, il tronco che le raccoglie tutte.

– E come mai allora, se è così importante qui la materia non c’è? – chiedo.  Dal fondo qualcuno rilancia – Ma i filosofi erano poeti? Lei è un poeta? Non saprei che rispondere e mi rifugio nella risposta di De André che citava Croce. Poi Eleonora, categorica – A me la poesia non piace! E’ roba sdolcinata. Qualcuno dal centro dell’aula, come riflettendo a voce alta, butta là – Quella sulla guerra non è sdolcinata (parla di Notte di veglia di Ungaretti). Le canzoni sono poesie? – chiedo.  Ma Eleonora si trincera ancora dietro un: Alcune canzoni mi piacciono ma io ascolto canzoni strane – Cioè? – chiedono alcuni. Viene fuori che le piace il RAP (e anche un paio di “quelle normali”)

Mentre chiedo se secondo loro la poesia sia solo quella che si scrive o se si può anche solo dirla o avere dei pensieri poetici, o magari uno sguardo poetico non pensato, da dietro di me, dalla finestra aperta, insieme all’aria fresca di ottobre sale anche un profumo di ciambelline che piano piano invade l’aula. E’ una cosa questa che rende l’Alberghiero una scuola speciale: di tanto in tanto i laboratori di cucina sprigionano profumi che ti trasportano altrove … E Eleonora dice: Questo profumo mi ricorda quando mi sveglio a casa di mia nonna e lei ha preparato le ciambelle. Quello che cucina mia nonna è poesia!

Le faccio notare che in poche parole ha interpretato un fatto dandogli lo spessore di un’esperienza e come con due parole ci abbia trasportato tutti nel suo vissuto, nel profumo, nella cura, nella meraviglia di sentirsi a casa. Tutti in un secondo a casa di sua nonna, in pigiama, felici per le ciambelle. E quel “Quello che cucina mia nonna è poesia!” non è forse una poesia?

Eleonora sembra più incline ad ammettere che forse non è la poesia che non le piace, ma solo certe poesie. Quelle che le piacciono prima le chiamava in un altro modo.

Quanto alla filosofia, faccia il progetto Prof. E, mi raccomando, proponga la nostra classe.

Il progetto poi si è fatto, anche in II D, qui di seguito in un breve report: descrizione e parere del II D enogastronomico:

All’inizio abbiamo pensato: “Evvai! Un’ora di italiano in meno”, poi però si è dimostrato un bel progetto, tanto che alla fine ci siamo detti che 12 incontri sono stati un po’ pochi …

Non sapevamo se sarebbe stato un prof o una prof che avrebbe tenuto il progetto, non sapevamo in generale cosa aspettarci. Il primo incontro è stato un po’ strano perché non avevamo idea di cosa avremmo dovuto fare, se parlare, stare in silenzio, fare qualcosa di scritto …

L’incontro iniziava con un “testo stimolo” che quasi sempre era un video, a volte una canzone; abbiamo visto dei video e poi ci abbiamo riflettuto. Inizialmente non sapevamo che farci con il video, poi abbiamo scoperto che dovevamo fare delle domande; e dopo aver raccolto delle domande dovevamo discutere di un argomento che sceglievamo dalle domande. Le conversazioni aperte sono la cosa che ci è piaciuta di più. Abbiamo parlato di tutto, approfondendo gli argomenti. C’è stato un buon feeling, abbiamo parlato di argomenti interessanti, il prof ha sempre cercato di movimentare la lezione.

Alla fine facevamo una autovalutazione su questi punti: Ascolto, Partecipazione, Approfondimento dell’argomento, Piano socio-emotivo-relazionale (cioè come ci eravamo sentiti durante l’incontro) e facilitatore (davamo un voto da 1 a 5, anche al professore).

Il primo incontro, non sapendo cosa domandare abbiamo chiesto: “Perché ci ha fatto vedere questo video?”, poi la cosa è diventata una specie di tormentone e anche se oramai avevamo capito che si potevano fare tutti i tipi di domande, anche non strettamente legate al “testo-stimolo”  gli incontri cominciavano sempre con la domanda: Perché ci ha fatto vedere questo video? E ci ridevamo sopra.

All’inizio i video erano un po’strani. Poi ci siamo abituati. A volte era difficile svegliarsi la mattina (ma questa è una difficoltà che non riguarda strettamente il progetto…), all’inizio soprattutto era difficile parlare, poi c’è stata una lezione in cui abbiamo partecipato più delle altre ed è stato bello. Sicuramente la cosa più difficile era il silenzio quando nessuno interveniva.

Alla fine di questi incontri il prof ci ha chiesto cosa pensavamo che fosse la filosofia, una risposta è stata: “Non lo so” (e pare che sia una risposta molto filosofica); altri hanno detto: “Una scienza soggettiva”, “Lavora sul modo di pensare”, “Una materia sconosciuta”, “Si concentra su un tema centrale”, “E’ un modo di pensare per gestire la propria vita”.

Di sicuro è stato piacevole e divertente provare a pensare insieme.

*L’offerta formativa del “G.de Carolis”, grazie alla cattedra di potenziamento A.19 ( filosofia e storia) si è arricchita di due progetti che il professor Matteo Papini sta portando avanti con le diverse classi: approfondimenti filosofici legati al contesto storico-letterario, per i ragazzi più grandi e, visto che il desiderio di sapienza e di conoscenza è appannaggio di tutti, la proposta di Philosophy 4teen, pratica filosofica, laboratori per adolescenti, non poteva sfuggire in un Istituto che crede nella formazione di cittadini consapevoli che sanno agire e, prima di tutto, sanno pensare. Visto che quest’ultimo progetto, tenuto da un professionista quale è Matteo Papini, era concepito su 12 lezioni, per continuare l’affascinante percorso intrapreso, alcuni studenti hanno chiesto e ottenuto di proseguire: dal 16 marzo in poi, il Martedì h 16.00 – 17.00 e Venerdì h 16.00-17.00, per ora online.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *