Quando il gioco si fa serio: un progetto per la vita

 ” (…)Vogliamo giovani con speranza e con fortezza(..)” con lo spirito delle parole di Papa Francesco, l’Istituto Alberghiero è tra i protagonisti del progetto ” A che gioco giochiamo? Racconta la vita” che tanto sta coinvolgendo gli studenti. Due momenti hanno, per ora, fatto riflettere i ragazzi: la conferenza con Luigi Accattoli e il laboratorio, nelle classi, con i giovani della Pastorale giovanile. L’incontro è stato molto profondo e ha lasciato il segno. Come sottolinea la professoressa Paola Selli: “I ragazzi del 3 e 4 comm e il 3 eno B  hanno partecipato attivamente all’incontro con  Luigi Accattoli del Corriere della Sera, prima di cominciare abbiamo visto un breve video sugli incontri svolti nelle singole classi, poi, anche quando si è passati al confronto sul tema “ La vita: una sorpresa!”  è stato coinvolgente ascoltare la testimonianza descritta su tre direttrici:

  • Ringraziare
  • Imparare ad amare
  • sorpresa (sia in vita, sia nella morte)

Le domande che abbiamo posto, alla fine,  sono state molto vaste dal gioco, al senso della vita e  al mondo della scuola e le risposte di Accattoli hanno lasciato un segno :il risultato futuro della nostra vita dipende dai sì e dai no che vengono detti in questo periodo.”

Per cosa vi mettereste in gioco?

di Martina Piccioni, Danilo  Donato e Alessandro Leopardi

 Lunedì 14 Dicembre noi ragazzi dell’Alberghiero, insieme ad altre scuole di Spoleto, ci siamo recati al Chiostro di San Nicolò. Qui si è tenuta una conferenza con il giornalista del Corriere della Sera, Luigi Accattoli, per discutere  sul senso e sul valore della vita.

In un primo momento,  Accattoli ci ha raccontato la sua vita, non sempre facile, soprattutto per quanto riguarda la situazione familiare. In tutto ciò lui ha sempre visto il lato positivo delle cose e ha capito che la vita è un intreccio tra momenti sereni e dure prove, ogni giorno lo vive come una sfida ma allo stesso tempo con sorpresa. Nonostante le difficoltà che ha superato, ci ha colpito il suo spirito temprato e la sua voglia di vivere, che ha, a 72 anni.

Dopo aver sentito la sua storia, ci è stato chiesto di esprimere le nostre  opinioni  e i nostri dubbi. Ci sono stati interventi molto forti e toccanti con cui abbiamo tutti riflettuto sul vero valore della vita. Inoltre ci è stato chiesto per cosa vale la pena mettersi in gioco.

In conclusione il giornalista ci ha lasciato degli ottimi consigli su come affrontare ogni  ostacolo presente sul nostro cammino come:

  • Comprendere il senso della gratitudine, imparare a dire grazie più spesso perché si potrebbe perdere l’occasione;
  • Imparare ad amare, perché ricevere e dare amore ci fa stare bene con gli altri e con noi stessi;
  • Imparare a sorprenderci, perchè la vita è piena di sorprese belle o brutte, piccole o grandi che siano.

 Secondo noi la vita è come un gioco, nel senso positivo del termine, ma è anche il gioco a dare vita.

 A che gioco giochiamo?  “Racconta la vita”

di Domenico Ottaviani, Luca Micheli, Marika Del Giudice

Il 15 dicembre la classe 3 B ha partecipato al progetto “ A che gioco giochiamo? Racconta la vita”a cui aderiscono alcune classi dell’Istituto Alberghiero. La professoressa Annamaria Lolli ha proposto alla classe, dopo la conferenza del giornalista Accattoli, un laboratorio portato avanti dai ragazzi Paolo, Francesco, Agnese  della  pastorale giovanile Spoleto-Norcia. Insieme a loro, abbiamo svolto dei giochi finalizzati a far capire il vero significato del gioco. Importante il  paragone del  gioco all’ esplosivo visto che è capace di abbattere le barriere, spazzare via la vergogna , mettersi in gioco ed entusiasmare. Ma il gioco nel senso positivo del termine, è come un ponte capace di creare rapporti, scambiare opinioni, apprendere e conoscere l’altro. L’ultimo paragone che ci hanno fatto è stato il gioco come un raccordo e forse il più significativo visto che ci insegna l’importanza delle regole, la libertà d’espressione e  soprattutto ti porta al centro e, con tutto questo,ci hanno fatto capire che il gioco non è un attività esclusivamente per bambini ma è la metafora della vita.

Per finire, ci hanno posto una domanda “la vita è un gioco o è il gioco a dare vita” su cui ci hanno invitato a riflettere,  ma senza darci una risposta. In conclusione ci hanno esortato a trovare più tempo per giocare quindi più tempo per vivere.  

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