di Erika Metopio e Gian Marco Venturi
Il giorno 24 gennaio 2017, la classe 2° A ha “aperto le danze” dando avvio alle uscite proposte nell’ambito della “didattica museale” e finalizzate a conoscere meglio il territorio.
Accolti dalla guida, ci siamo recati all’interno del Museo Archeologico Statale dove abbiamo avuto la possibilità di ammirare e conoscere la storia dei reperti della nostra amata Umbria, Spoleto in particolare, e delle sue antiche popolazioni.
Nella prima sala, la guida ci ha parlato prevalentemente delle trasformazioni del territorio dal II millennio a.C. ai giorni d’oggi.
Successivamente abbiamo scoperto come gli Umbri fossero così rispettosi verso gli dei, infatti seppellivano i defunti con oggetti a loro cari come vasi ben decorati e gioielli per le donne; mentre agli uomini spettavano le armi.
Ancora in vita, gli Umbri si difendevano indossando dei “dischi-corazza” in bronzo che proteggevano la parte del torace corrispondente al cuore.
Ci ha colpito molto il ritrovamento di uno di questi dischi-corazza in una tomba di un bambino di appena un anno. La particolarità sta proprio in questo, i dischi ritrovati nella necropoli spoletina sono i più piccoli dischi mai scoperti finora. Sono dunque dischi realizzati per un bambino di pochi mesi, un piccolo principe guerriero che doveva testimoniare a tutti, nel viaggio verso l’Ade, l’appartenenza all’aristocrazia.
Nell’ultima sala, la guida ci ha mostrato degli scettri ed altri oggetti che simboleggiano la guerra dei principi-guerrieri, ritrovati anch’essi a Piazza d’Armi, oggetti straordinari per la loro unicità che ci hanno interessato molto. Gli “Scettri del re”, simboli del potere regale fanno capire come nell’antica Spoletium regnasse una stirpe guerriera a cavallo. Nella Necropoli di Piazza d’Armi, sono stati ritrovati addirittura quattro scettri: questa scoperta archeologica non ha paragoni, è un unicum!
Gli Umbri costruirono delle mura, dette “mura ciclopiche”(la leggenda vuole che fossero opera dei Ciclopi, figure della mitologia greca, divinità gigantesche con un occhio solo) per difendere la città; sempre per difesa, nel Medioevo, sul colle Sant’Elia, fu edificata la Rocca Albornoziana ma, purtroppo, durante gli scavi sono andati persi diversi reperti storici Spoletini relativi agli Umbri che precedentemente si erano stanziati proprio sul colle Sant’Elia. Fortunatamente però, molti altri sono stati rinvenuti nella necropoli situata nella zona adiacente la piscina comunale a Piazza d’Armi.
L’ultima tappa dell’uscita didattica è stata Via Cecili dove abbiamo potuto ammirare e distinguere bene i tre tipi di mura che si sono sovrapposti nel corso dei secoli. Le più antiche ( VI-I sec a. C.)sono appunto le mura Umbre che non hanno una forma ben definita, sono massi molto grandi e si sostengono ad incastro l’una con l’altra, con totale assenza di leganti; le mura sovrastanti sono quelle Romane che, a differenza delle precedenti, sono di forma rettangolare; mentre le ultime sono le mura Medievali costruite con pietre e ciottoli legati da una tenace malta. Attualmente le mura Umbre sono visibili solo in parte perché interrate nella parte inferiore a causa dell’innalzamento del piano di calpestio della città di Spoleto.
E’ stata un’uscita molto interessante e coinvolgente per poter conoscere fino in fondo la storia della nostra città e capire come si è arrivati alla Spoleto dove oggi viviamo noi.