Roma: i luoghi della memoria del XX secolo

di Loris Nobetti.

Giovedì 19 maggio 2022, la classe 5C Sala si è recata a Roma in viaggio d’istruzione per vedere da vicino i luoghi che hanno segnato la città durante la Seconda guerra mondiale.

Primo luogo visitato è stato il Mausoleo delle Fosse Ardeatine, teatro di uno degli eccidi più drammatici compiuto dal nazifascismo ai danni della popolazione civile italiana. Colpisce la lapide posta all’ingresso della cava: “Fummo trucidati in questo luogo perché lottammo contro la tirannide interna per la libertà e contro lo straniero per l’indipendenza della patria. Sognammo un’Italia libera, giusta, democratica. Il nostro sacrificio e il nostro sangue ne siano la sementa ed il monito per le generazioni che verranno”. Sono parole quanto mai attuali che fanno rilette. Coltivare la memoria è un dovere.

Secondo luogo è stato il ghetto ebraico, esistente fin dal Cinquecento. Centro del giudaismo romano, il 16 ottobre 1943 è stato violentemente rastrellato dai nazifascisti. Attraversando il ghetto, senza averlo programmato, gli studenti hanno avuto la possibilità di visitare la mostra “Dall’Italia ad Auschwitz”, curata dalla Fondazione del museo della Shoah di Roma. Tale visita è stata l’occasione per incontrare anche un testimone, Attilio Lattes, che ha raccontato la sua vicenda. Attilio è riuscito a salvarsi dal rastrellamento, nascondendosi sotto le fogne della città. Ascoltare la storia dalla voce di chi l’ha vissuta in prima persona è sempre un’esperienza coinvolgente ed emozionante.
Durante la passeggiata nel ghetto, inoltre, i ragazzi hanno consumato anche il pranzo, gustando alcuni piatti della tipica cucina ebraica.

Ultimo luogo dell’itinerario è stato il Vittoriano e piazza Venezia, teatro dei discorsi più celebri di Mussolini.

Il senso della visita può essere riassunto dalle seguenti parole di Liliana Segre: “Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare”.

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