Su il sipario: il convitto va a teatro e recensisce

di Sabrina Arcese. Recensione a cura di Manuela Emira Triki-

Quasi tre ore di intenso spettacolo e un Teatro Menotti gremito: ad apprezzare la bravura di Monica Guerritore ne “L’anima buona di Sezuan” c’erano anche alcuni alunni convittori (segue recensione ndr) che domenica pomeriggio, accompagnati dall’educatrice Marisa Albanucci, hanno approfittato dell’opportunità offerta dal nostro Istituto di assistere a spettacoli di grande spessore culturale.

I ragazzi sono sembrati interessati alle tematiche universali affrontate in questa narrazione di Brecht e desiderosi, quanto prima, di partecipare alla visione degli altri spettacoli presenti nel cartellone della Stagione di Prosa 2019/20 e attentamente scelti dai responsabili dell’attività “Il Convitto va a Teatro”, inserita nel PTOF  della nostra scuola.

Alcuni degli stessi ragazzi, nei giorni precedenti la rappresentazione, erano stati accompagnati dalla stessa educatrice Albanucci all’incontro di mediazione teatrale tenuto dalla Dott.ssa Lorella Natalizi nell’Aula Magna del Liceo Classico di Spoleto, con lo scopo di preparare e stimolare gli studenti  alla visione dell’opera teatrale.

Consapevoli dell’importante ruolo svolto dal teatro nel percorso formativo della persona, siamo contenti e orgogliosi di contribuire ad avvicinare i nostri ragazzi a quest’arte che offre, da sempre, spunti di riflessione fondamentali per analizzare le dinamiche esistenziali dell’uomo di ogni tempo e di ogni luogo.

Recensione

L’anima buona di Sezuan

Quanto è giusto essere buoni, quanto è sbagliato essere cattivi!

“Sensibilizzare i giovani -così siamo stati accolti il 27 Ottobre 2019 – ad amare il teatro”.

Credo che “L’anima buona di Sezuan” abbia invitato noi giovani a riflettere, tra risate e momenti di serietà, sulla vita in generale; amore, odio, felicità, tristezza, inganno, bontà… Sarà giusto amare tutti a dismisura fino ad odiare se stessi? Sarà sbagliato amare solo ed esclusivamente se stessi con l’unico intento di voler ingannare il prossimo?

Credo che raccontare per filo e per segno cosa gli attori abbiano recitato sia scontato e poco interessante, mi limiterò ad esporre la mia tesi a riguardo.

Esistono, purtroppo, persone che provano piacere, eccitazione, clamore nell’essere cattive, nel far valere la propria volontà tramite la violenza senza fermarsi a pensare un solo secondo su quanto sbagliato questo possa essere, consequenzialmente il male non può che portare solo e solamente ad altro male uguale o maggiore del precedente. Vale la pena vivere in un mondo dove il male regna sovrano e coloro che provano a dar voce al bene vengano messi subito a tacere violentemente? Io dico di no. Allora meglio fregarsene e continuare a vivere la propria vita facendo finta di non aver visto nulla, di non aver sentito nulla, continuiamo ad evitare il problema che diventerà sempre più grave.

Un cittadino di Sezuan viene colpito alla mano e ferito, i tre testimoni dicono di denunciare subito il fatto alle autorità competenti, ma appena sanno di dover testimoniare davanti un giudice si tirano subito indietro. Paura? Ebbene si, i tre hanno timore di quell’ uomo ricco e potente che aveva provocato la ferita ad un loro pari. (L’uomo perse l’uso della mano e non venne neanche risarcito)… omertosi…

Ma una persona di buon cuore si sarebbe sicuramente offerta di testimoniare al posto di quei tre, dire che aveva visto l’aggressore, riconoscerlo e punirlo, avrebbe testimoniato  pur di render giustizia a quell’uomo. Ma rifletti, vale veramente la pena esporsi così tanto per qualcuno che forse non lo farebbe mai per te, rischiare? No, no, forse meglio di no, meglio restare ognuno nel suo senza dire nulla.

In breve, scritta da Bertolt Brecht negli anni Trenta, L’anima buona di Sezuan racconta una vicenda sempre attuale che affronta il tema universale del rapporto tra Morale e Società, tra il Bene e il Male nella concretezza della Storia e la regia, ispirata direttamente a Strehler, ha fatto conoscere ai tanti giovani, due giganti del teatro europeo.

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