di Maria Pascale
La notizia che l’Accademia Spoletina presenterà, venerdì 16 gennaio, presso l’ Istituto Alberghiero, il libro di Aurora Gasperini ” Mendicanti e dementi a Spoleto tra Ottocento e Novecento” ha suscitato subito in tutti quanti noi che la conoscevamo, sia come collega che come amica, un turbinio di ricordi ed emozioni inesprimibili.
Donna dolce, autorevole, amante del suo lavoro al quale si dedicava senza limiti di tempo, con una passione che i suoi allievi, i colleghi e tutto il personale della scuola percepivano e ricambiavano con rispetto, tanto che il tempo non ha cancellato l’ affetto e la stima nei suoi confronti. Ma per evitare di cadere in una retorica che lei stessa non amava, preferiamo ricordarla con le parole di Liana Di Marco, sua collega ma soprattutto amica.
Ricordo di Aurora Gasperini, di L. Di Marco, in Spoletium n. 47.3,2010,pp 116-117 (scritto pochi mesi dopo la sua scomparsa nel 2010).
Ricordo di Aurora Gasperini
Ricordare Aurora Gasperini a pochi mesi dalla sua scomparsa è ancora fonte di sconcerto e di dolore per coloro che l’hanno conosciuta e apprezzata, così che rievocarne la figura diventa un’operazione in cui passato e presente sembrano ancora intrecciarsi senza soluzione di continuità.
Nata a Poreta, piccolo paese del circondario spoletino, il 12 settembre 1953, Aurora Gasperini ci ha lasciato il 6 settembre scorso, dopo una breve e terribile malattia sopportata con grande dignità e consapevolezza: è stata la prima a presagire la gravità del suo male, che tutti, parenti e amici, speravano potesse essere più facilmente debellato.
L’intuizione della fine imminente e la progressiva dolorosa rassegnazione riflettono la sua indole riservata e sensibile, che nascondeva un carattere tenace, potenziato da doti umane e intellettuali notevoli e da interessi coltivati con dedizione e capacità, tra i quali emergevano l’amore per la letteratura e per la storia, il rispetto per la natura e l’attenzione verso il sociale. L’impronta di una personalità al contempo razionale e sensibile era in lei evidente non solo sotto il profilo intellettuale, ma anche nelle attività più legate alla sfera quotidiana e femminile, nelle quali si prodigava con passione e competenza, dal sapiente ricamo a punto croce, alle ottime marmellate, che amava presentare agli amici in confezioni di raffinata sobrietà.
Laureatasi in Sociologia nel 1978 presso l’Università La Sapienza di Roma, con la votazione di 110/110 e la lode e con la pubblicazione della tesi sulle Miniere di lignite di Morgnano, Aurora Gasperini ha fin dal 1980 iniziato l’attività di docente presso l’Istituto Alberghiero di Spoleto, proseguita fino agli ultimi mesi di vita.
Come docente viene ricordata dagli studenti, oltre che per le sue doti umane e per la validità del suo insegnamento, anche come instancabile organizzatrice di eventi che hanno contribuito a pubblicizzare l’attività dell’Istituto e a coinvolgere docenti e discenti. Di recente, dopo aver acquisito adeguate competenze in campo informatico, stava collaborando anche al funzionamento del sito web dell’Istituto, curandone quotidianamente l’aggiornamento.
Entrata nell’Accademia Spoletina come socio residente e membro del consiglio novemvirale e nella Deputazione di Storia Patria per l’Umbria come socio aggregato, ha avuto modo di operare attivamente anche in altri enti e associazioni: è stata chiamata a far parte del Consiglio di amministrazione dell’Associazione “Amici delle miniere” di Spoleto e del Collegio sindacale della “Fondazione per la conservazione e il restauro del libro” di Spoleto.
L’amicizia e la stima di Giovanni Antonelli l’hanno stimolata a continuare dopo la tesi le ricerche di carattere storico-sociale, che sono sfociate in alcune pubblicazioni di rilevante importanza per la storia recente di Spoleto: dopo l’uscita del volume Le miniere di lignite di Spoleto (1880–1960) del 1980, infatti, Aurora Gasperini ha pubblicato un saggio insieme a Giovanni Antonelli e a Liana Di Marco, L’Esercito a Spoleto dal 1860 al 1930, edito nel 1988 dall’Accademia Spoletina, e un volume su La società di mutuo soccorso Luigi Pianciani fra gli operai di Spoleto, edito sempre dell’Accademia Spoletina nel 1998.
In questi lavori Aurora Gasperini, rivolgendo la propria attenzione alla storia “minore” col medesimo rigore scientifico riservato ai grandi temi, nella convinzione che gli eventi locali, suffragati dalla debita documentazione e inquadrati in un contesto più ampio, possano arricchire la conoscenza storica del passato, ha contribuito a diffondere quella che ormai è diventata una prassi di lavoro degli studiosi di storia moderna e contemporanea.
Molto interessante anche un suo contributo uscito nel 1990 sulla rivista dell’Accademia, Spoletium, su un tema alquanto inusitato per l’epoca di riferimento, ma molto sentito dall’autrice, sensibile alla questione femminile: si tratta del Discorso accademico in difesa del femminile sesso, pronunciato da un autore anonimo davanti all’Accademia degli Infecondi di Roma nel 1697. L’orazione, tenuta probabilmente da una donna, cosa rara ma non impossibile a quei tempi, voleva dimostrare che la donna possiede, accanto alle virtù morali, anche l’intrepidezza e la fortezza d’animo, normalmente assegnati al sesso maschile.
Un altro articolo, sulla rivista Spoletium del 2008, Una stazione climatica sconosciuta?, riguarda, invece, la prima guida turistica di Spoleto, uscita nel 1905 a cura di Giuseppe Angelini Rota. Nata sotto la spinta del sindaco Domenico Arcangeli, che voleva in tal modo far conoscere la città ai concittadini e ai turisti attratti da altri itinerari e da proposte meno qualificate, la guida offriva un’immagine abbastanza completa ed esauriente del paesaggio e delle opere d’arte di Spoleto, della sua economia e delle sue risorse. L’autrice ha voluto dare rilievo a un’opera meritoria, come quella di Angelini Rota, e ricordare un capitolo della storia dei primi del Novecento, quando la città aveva intuito che un suo ruolo importante poteva essere quello di centro culturale e turistico, tema ancora oggi di grande attualità nei dibattiti politici sul futuro di Spoleto.
Negli ultimi due anni Aurora Gasperini stava lavorando intorno ad un soggetto che l’aveva molto coinvolta: il ricovero di mendicità istituito nell’Ottocento presso il monastero di S. Paolo inter vineas di Spoleto e poi trasformato in Casa di Riposo. Al momento della forzata interruzione la ricerca era già molto avanzata e l’autrice ne parlava come lavoro molto interessante per l’abbondante documentazione e per i dati ricavati.
Ancora un argomento “marginale”, uno sguardo alla parte più sfortunata e negletta della cittadinanza agli albori della storia contemporanea, quando i fermenti di rinnovamento lasciati dalla dominazione francese, cominciavano a trovare esecuzione anche nella provincia pontificia. Il tema del ricovero di mendicità, al quale Aurora Gasperini stava lavorando per la sua pubblicazione, è anche l’ultimo sforzo della sua attività di ricercatrice e come tale non solo merita rispetto e considerazione, ma deve trovare anche il modo di essere pubblicamente conosciuto e diventare un altro tassello di quella storia minore, così basilare per la conoscenza della storia nazionale e tanto cara alla sollecitudine culturale della sua sfortunata autrice.
Dicembre 2010
Liana Di Marco