Convegni – Inaugurazione dei lavori di restauro del Chiostro

  di Paolo Ciri

Abbiamo, all’interno del nostro Istituto, ma inutilizzabile, un convento di oltre mille anni. Con i fondi del PNRR la provincia sta ora iniziando i lavori per restaurare almeno il Chiostro. L’incontro di oggi, di “inaugurazione” dei lavori, è stato il momento propizio per dire praticamente tutto ciò che si sa su questo importantissimo edificio (vedasi sotto la sintesi dei lavori), e per proiettare immagini di straordinario interesse a corredo delle relazioni.

D’altra parte il livello dei relatori, salutati ed introdotti dalla nostra Dirigente Prof.ssa Roberta Galassi, era assoluto !
Al convegno, alla cui organizzazione ha contribuito la Prof.ssa Emanuela Valentini Albanelli, lei stessa relatrice, sono intervenuti: l’Achitetto Bruno Gori, che ha preparato e seguirà questi lavori per conto della società Pro Rest, la Direttrice dell’Archivio di Stato, Dott.ssa Cinzia Rutili, coadiuvata dai suoi collaboratori Maria Pia Bianchi e Paolo Bianchi, e per ultimo il grande onore di aver avuto con noi il Prof. Bruno Toscano, notissimo ed eminente studioso che, su questo Monastero fece la sua tesi di laurea, e quindi ne segue le vicende da decenni.

Della parte più strattamente gestionale ha parlato l’Ing. Andrea Moretti della Provincia di Perugia, presente anche con i Dirigenti Giovanni Benedetti e Valentina Marcelli: la spesa per questo intervento sul chiostro, finanziata con i fondi del PNRR, è di 330.000 euro. I lavori dovrebbero concludersi entro l’anno. Inoltre è già stato previsto un intervento di miglioramento sismico sulla sede attualmente in uso (come per molte altre scuole della  Provincia).

Sono intervenuti anche Leonardo Bacchi e Filippo Cuboni, diplomandi rappresentanti degli alunni in Consigli di Istituto, per ringraziare a nome di tutta la popolazione scolastica di quanto si va facendo. Appena liberi dai lavori di Giunta Comunale, hanno portato il loro saluto gli Assessori Luigina Renzi e Giovanni Angelini Paroli, molto interessarti all’argomento.

La collega Emanuela Valentin Albanelli ha tracciato la storia recente: quella che vede il complesso destinato all’Istituto Alberghiero fin dal 2000 e poi consegnato nel 2007, alla fine dei lavori di restauro ed adattamento della parte ottocentesca. Ha mostrato fotografie e filmati della parte medioevale, con i meravigliosi affreschi del ciclo francescano e di due crocefissioni risalenti al XV e al XVI secolo. L’architetto Bruno Gori ha tracciato, con documentate e precise planimetrie, l’evolversi della costruzione, con le successive addizioni e modificazioni. Il tutto è stato coronato ed interconesso dalla grande conoscenza del Prof. Bruno Toscano, che ha puntato l’attenzione su alcuni particolari decisivi, come il rosone, fatto restaurare e rimesso in sito negli anni ’50, e la particolare evoluzione delle colonne e dei capitelli, nelle successive costruzioni.

                      


IL MONASTERO
L’edificio, con tutta probabilità, sorge sul luogo di un preesistente edificio sacro.
L’attuale fu costruito intorno all’anno mille. Abbiamo, presso il nostro Archivio di Stato (vedi) la pergamena originale con la quale, il 15 giugno del 1002, il Vescovo Lupo (o Lupone) donò a alla badessa Berta, che egli stesso aveva nominato, 30 modioli di terreno, con alberi di mele e altri generici, in una località denominata S. Boroto. Alcuni identificano questo toponimo con il luogo del monastero, altri come una zona vicino Beroide, i cui proventi dovevano servire e sono serviti per finanziare la costruzione e la gestione del monastero. Nel documento si parla di un “nuovo” monastero, quindi potrebbe essere dimostrata la preesistenza. Oppure “nuovo” potrebbe essere riferito ad “ulteriore” rispetto a quelli già esistenti in città.

Nel 1234 Papa Gregorio IX si recò a Spoleto appositamente per consacrare la Chiesa, e  diede il monastero alle regola delle Clarisse, regola ricevuta da San Francesco nel 1215, pochi anni prima.

Nel XIV secolo il luogo fu vittima delle faide cittadine tra opposte fazioni, fin che nel 1396 le monache si trasferirono a S. Agata, all’interno delle mura, luogo meno pericoloso.

Nel XVI secolo fu costruita una fontana al centro del Chiostro, che non è quella che si vede oggi.

Il complesso fu affidato ai Minori Osservanti, che lo abbandonarono nel 1816.

Nel 1817 il gonfaloniere Bernardino Montani vi aprì un “Reclusorio” di mendicità, riservato agli uomini (per le donne si usava il monastero di S. Andrea). Da allora per un secolo e mezzo servì da ospizio e manicomio.

Nei primi anni del novecento fu intitolato a Margherita di Savoia, ed aveva una sezione riservata alle cosiddette “Dementi tranquille e innocue”.

Esistono due leggende (forse due versioni dello stesso evento) che riguardano questo monastero.

Gregorio Magno ne fa teatro di un episodio miracoloso avvenuto a Spoleto nella seconda metà del VI sec. d.C.: un vescovo ariano, non avendo una propria chiesa, ne domandò una al vescovo cattolico. Ricevendo una risposta negativa volle, con la forza, occupare quella di S. Paolo. Durante il tentativo di officiare la messa, la chiesa si illuminò miracolosamente e il vescovo ariano rimase cieco.
Sempre secondo questo Santo qui sarebbe avvenuto, negli stessi tempi, anche un altro miracolo, narrato nei “I Dialoghi”.
Un vescovo longobardo, non cattolico ma ariano, arrivò a Spoleto e pretese una chiesa per celebrare la sua cerimonia, scegliendo S. Paolo. Al che i cristiani sbarrarono le porte e le finestre della chiesa ed attesero l’arrivo del longobardo. Quando, la mattina dopo, egli arrivò sul posto, all’improvviso tutte le porte e le finestre saltarono come spinte da forza divina, le candele si accesero da sole e quello si diede alla fuga..

LA CHIESA
La attuale Chiesa risale al XIII secolo, consacrata da Papa Gregorio IX in persona nel 1234 

Di stile romanico, a tre navate e sette campate, subì una ristrutturazione verso la fine del XIII secolo, quando fu aggiunto il secondo braccio del Chiostro, modificata l’abside per inserire il coro e e furono create le navate laterali.

Subì ancora interventi e modificazioni alla fine del XVI secolo.

Subì un altro intervento verso la fine del XVIII secolo: nel 1771  fu ristrutturata e furono inseriti alcuni elementi barocchi. Vennero costruiti, con funzione strutturale, contrafforti in muratura a valle della facciata e dell’abside. Le navate furono chiuse da tramezzature che crearono della cappelle sui due lati.

Dal 1825 ebbe anche un campanile, ma fu presto demolito nel 1880, perché instabile.

Alla fine degli anni ’50 del ‘900 fu restaurato il bellissimo rosone, del quale, per l’apertura di una finestra, era stato asportato il cerchio centrale ed un arco di quello esterno. Si trovavano nel museo comunale , per iniziativa del Prof. Bruno Toscano,  fu ricomposto, creando anche le piccole parti mancanti. Furono anche demoliti i tramezzi laterali che separavano le nove cappelle. E, purtroppo, furono rubate tutte e 10 le pale di altare !
Nel 2000 è stata restaurata l’abside che è probabilmente la parte più antica della chiesa, forse proprio quanto rimasto resto della chiesa precedente all’anno mille.

 

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