Dai Ciclopi …alle Mura Ciclopiche
Per il giorno 7 maggio 2010 la prof. di storia Annapaola Tagliavento ha organizzato, con noi alunni della classe I Ristorazione E, una visita guidata alle “Mura antiche” di Spoleto.
Devo dire che sono ormai diversi mesi che risiedo in questa bella città per motivi di studio e più e più volte mi sono trovato a passare davanti a questo monumento ( e ad altri), ma sinceramente non mi sono mai chiesto che cosa rappresenta o abbia rappresentato nel passato della città e tanto meno mi sono sforzato di approfondire la storia del passato, quindi ho vissuto questa diversa esperienza scolastica come un’ opportunità per conoscere più a fondo la città in cui studio.
La visita è stata animata da una guida del ” Sistema Museo” del Comune, la quale ci ha accompagnato per tutto il lungo, ma interessante, tragitto: dalle “Mura Ciclopiche”, che proteggevano la città dalle popolazioni che tentavano di sottometterla, alle porte antiche più significative, fino ad arrivare alla Cattedrale .
La visita è iniziata in Via Cecili, davanti alle Mura Ciclopiche. Noi ragazzi siamo rimasti colpiti dagli enormi massi di pietra calcarea di forma poligonale, che si pensa siano stati portati da “Ciclopi” a causa della loro sovrumana “pesantezza”.
Davanti alle mura spicca un’altissima torre denominata “Torre dell’olio”, poiché si racconta che Annibale, passando per Spoleto, diretto a Roma, venne scacciato dagli spoletini con il lancio di olio bollente, che venne buttato da questa torre.
Poco più là, attraversando le viuzze medioevali, siamo arrivati in ” Via dell’Assalto”. Si racconta che proprio da questa via gli spoletini scapparono dalla furia di Federico Barbarossa, che, con il suo esercito, sbaragliò l’ imponente cinta muraria di Spoleto e incendiò la città. La guida ci ha raccontato che l’imperatore, per farsi perdonare, donò a Spoleto la bellissima icone bizantina che è conservata nella cappella laterale del Duomo.
Così l’uscita didattica si è conclusa con la visita al Duomo, un imponente edificio eretto nel 1207, con l’interno completamente decorato di affreschi.
Di fronte a tanta bellezza mi sono emozionato, ma più di tutto mi ha colpito la presenza, in una piccola nicchia, quasi impercettibile, di una pergamena scritta da San Francesco, il quale augura pace ai suoi Confratelli e per la quale ho sentito dire da molti miei compagni: “E’ grandissima l’emozione che provo nell’ammirare questa stupenda pergamena e solo pensando che è stata scritta da San Francesco mi batte forte il cuore!!!”.
Anche se siamo una classe vivace e turbolenta, in quel momento, si è creato un silenzio di ammirazione e di generale commozione tanto che mi sono meravigliato dell’attenzione dimostrata da tutti i miei compagni.Luca Ferrara, I E Ristorazione
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