I tesori della Valnerina: valori da tramandare

Per gli studenti della sezione dell’Ipseoasc “G.de Carolis” di Roccaporena, la giornata del 12 dicembre è diventata una lezione di cultura alimentare attraverso due colture: la roveja e il grano saraceno, due presidi slow food. Il bilancio dell’attività, svolta nell’ambito delle Unità Di Apprendimento delle classi prime seconde e terze, come sottolinea la professoressa Silvia Battiboia, organizzatrice dell’incontro, è sicuramente positivo:

l’incontro è stato interessante ed utile per far conoscere ai ragazzi sia il lavoro svolto da Slow food che persone che spendono la propria vita per la valorizzazione dei prodotti del proprio territorio.
Interesse hanno destato le testimonianze dei produttori dei due Presidi Slow food Roveja di Civita di Cascia e Grano Saraceno; in particolare la signora Silvana Crespi, autrice della riscoperta della Roveja, ha evidenziato ai ragazzi come ogni obiettivo può essere raggiunto solo quando ci si crede fermamente e si è disposti a lavorarci duramente. Questo è il suo caso: è riuscita a trasformare, grazie al supporto dei Presidi Slow Food, un vaso di semi di Roveja abbandonato nella cantina distrutta dal terremoto, in un legume conosciuto e consumato in tutta Europa, degustato anche dal Re Carlo di Inghilterra in occasione di una sua visita in Italia.

Il grano saraceno, coltivato da Daniele Giovannoli, è un pseudocereale in quanto ha le caratteristiche nutrizionali dei cereali, ma è senza glutine per cui è adatto all’alimentazione dei ciliaci.
Per consentire la sopravvivenza di questi prodotti è però necessario che i futuri chef siano i loro ambasciatori nel mondo, facendoli conoscere con nuovi piatti reinventati secondo i gusti e le tendenze moderne.

 

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