di La Rosa Nicolò, Saccà Giuseppe, Tosti Aurora
Il mondo visto da un oblò di sapori
Obiettivo: 625 bocche da sfamare.
Ingredienti: sacrifici, fatica e voglia di fare.
Occorrente: 24 braccia al lavoro.
Procedimento: prendete 6-7 ragazzi dell’Alberghiero, dategli la possibilità di mettersi in gioco e, dal nulla potrebbero, creare qualcosa di spettacolare .
Un esempio e’ quello della sera del 5 febbraio “A cena con don Matteo” dove, molti ragazzi dell’Alberghiero, sono stati impegnati nella cena, svoltasi al ristorante Zengoni.
I ragazzi di cucina, aiutati dallo chef dello stesso ristorante, hanno soddisfatto le esigenze dei commensali-fan, arricchendo il gusto dell’incontro con i loro beniamini donando loro, anche ,un’esperienza culinaria semplice ma impattante, saziandoli e cullandoli in quel mondo di sapori che la cucina realmente è.
I ragazzi di sala, seguiti dall’occhio vigile della professoressa Testaguzza, tra stanchezza e tante scale hanno egregiamente svolto il loro lavoro, servendo velocemente e facendo mangiare sempre cibi caldi agli ospiti provenienti da tutta Italia.
Atmosfera magica quella che si respirava all’interno della sala. Mani con telefonini alte su nel cielo, all’entrata del cast e di Terence Hill, punto focale della serata.
1 antipasto, 3 primi, 2 secondi e 3 dessert: queste le delizie spoletine che hanno accompagnato la serata, fra giochi e sfide divertenti che si sono svolte all’interno della sala, tra una portata e l’altra.
In cucina, rimbalzava l’eco dell’aria del divertimento in sala, la percezione dei commensali soddisfatti, alleviava la stanchezza del personale di sala e cucina. I primi, costretti a muoversi nel labirinto di persone che era la sala, hanno ugualmente svolto impeccabilmente il loro dovere, rallegrandosi alla vista di qualche commensale un po’ brillo. I secondi, invece, pilastri di questa serata tra “amici”, osservavano dalle retrovie, attenti ad ogni cambio di posateria e piatti, i volti dei commensali attraverso l’oblò della porta.
Trovandoci noi ,“giornalisti” di questa fantastica serata, all’interno della cucina e mettendo da parte il caldo e la fatica, possiamo dire di esserne usciti più che soddisfatti, ringraziando i professori, i proprietari del ristorante per la disponibilità, insieme a tutto il personale e soprattutto i partecipanti di questa serata, sperando di poter partecipare, in futuro, ad un’altra occasione simile a questa.
Cucina non è mangiare. E’ molto, molto di più, cucina è poesia.”
(Heinz Beck)