di Simona Del Bello.
Odio, rancore e vendetta non servono a nulla. Così ha spiegato agli studenti spoletini, Giovanni Impastato, fratello di Peppino Impastato, fatto brutalmente a pezzi dalla mafia siciliana e messo a tacere il 9 maggio del 1978. Una iniziativa, quella che si è svolta presso la sala Frau di Spoleto e organizzata dall’Associazione Libera, che ha visto coinvolti molti studenti delle varie scuole spoletine ed in particolare dell’Istituto Alberghiero di Spoleto. Giovanni Impastato, ha raccontato la storia del fratello, Giuseppe Impastato, detto Peppino, giornalista e attivista siciliano, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978 a Cinisi, cittadina a pochi chilometri da Palermo, per ordine del boss mafioso Gaetano Badalamenti. Giovanni Impastato ha narrato spezzoni della sua vita e di quella del fratello, raccolti nel libro intitolato “Oltre i cento passi”. Proprio quell’oltre è importante – ha dichiarato Giovanni – in quanto non bisogna fermarsi, ma continuare a lottare e credere nei propri obiettivi, proprio come ha fatto Peppino, che ha scosso la Sicilia, denunciando i reati della mafia e l’omertà dei suoi compaesani. La voce di Peppino – continua Giovanni – era talmente potente che nel giro di poco tempo è stata messa a tacere per sempre dalla mafia. Ma pure questo è uno degli errori della mafia: pensare corto. Perché anche se non era scontato la voce di Peppino da allora non ha mai smesso di parlare, di lottare per la dignità delle persone. Un grande merito spetta anche alla mamma di Peppino e Giovanni, Felicia, che ha portato avanti la memoria del figlio così da creare quello che oggi è Casa Memoria, la casa di nascita dei fratelli Impastato e il Centro Impastato che da quarant’anni è in prima linea nella lotta alla criminalità. L’iniziativa è stata animata da letture, poesie e canti svolti da alcuni studenti dell’Alberghiero di Spoleto, alcune delle quali, proprio in dialetto siciliano. Non sono mancate, ovviamente, da parte dei ragazzi numerose domande.